Papa Francesco torna dal Marocco: “Non alzate i muri, ne rimarrete vittime”

Il Pontefice ha parlato a più di 10mila fedeli che si sono radunati per ascoltare le sue prime storiche parole in questo Paese

Foto Vatican Media/LaPresse Papa Francesco in visita in Marocco. Nella foto: Visita al Centro Rurale di Servizi Sociali

RABAT – Una messa nel palazzetto dello sport della Capitale. Così papa Francesco ha concluso la prima sua visita storica in Marocco. C’erano oltre 10mila fedeli, un numero incredibile, una folla immensa che ha testimoniato come quella celebrazione sia stata la più partecipata del Paese. E lui ha parlato del rapporto tra i popoli, innanzitutto, invitando i cattolici ad un costante dialogo con i “fratelli e le sorelle musulmani smascherando ogni tentativo di usare le differenze e l’ignoranza per seminare paura, odio e conflitto”.

Il messaggio di Papa Francesco in Marocco

Parole piene di amore ma anche molto forti, di condanna. Parole che sanno di speranza e che hanno un comune denominatore, la carità: “Continuate a farvi prossimi di coloro che spesso sono lasciati indietro, dei piccoli e dei poveri, dei prigionieri e dei migranti”. E sì, proprio sul tema dell’immigrazione papa Francesco non è rimasto in silenzio. Non poteva farlo, non voleva farlo di fronte ad un fiume di persone che lui stesso ha più volte ringraziato. Perché l’obiettivo è quello di assistere ad un dialogo continuo tra i popoli e non ad una chiusura che porta con sé solo aspetti negativi.

Il tema dei migranti

“Abbiamo visto nel dialogo qui in Marocco – ha detto – che ci vogliono ponti, perché coloro che costruiscono muri finiranno prigionieri dei muri che hanno costruito. I diritti umani vengono prima degli accordi. I ponti vanno messi per evitare che migliaia di migranti disperati affoghino in mare. I muri sono frutto della paura alimentata dal populismo. E tanta gente di buona volontà ne finisce vittima”. Tra Marocco e le città autonome spagnole di Ceuta e Melilla c’è un filo spinato che segna la separazione. Glielo ha mostrato un giornalista spagnolo e lui ha pianto: “Ho pianto perché non entra nella mia testa e nel mio cuore tanta crudeltà. Non entra nella mia testa e nel mio cuore vedere affogare tante persone nel Mediterraneo”.

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