ROMA – Maria Teresa Giglio accenna un sorriso, ma i suoi occhi sono pieni di lacrime. Un misto di dolore e soddisfazione per il via libera dell’emendamento al disegno di legge ‘codice rosso’ che introduce il reato di ‘Revenge porn’. Chi divulga immagini intime senza in consenso delle persone rappresentate rischia da uno a sei anni di reclusione e la multa da 5mila a 15mila euro. Sono punibili anche i soggetti terzi che ricevono le immagini e le pubblicano a loro volta. In passato, purtroppo è successo troppo spesso.
Il caso di Tiziana Cantone
Maria Teresa Giglio lo sa bene, perché a causa di un episodio analogo, sua figlia Tiziana Cantone, è sprofondata in un oblio che l’ha portata alla morte. Tiziana, originaria di Mugnano, aveva 31 anni quando decise di suicidarsi nel settembre del 2016. Lo fece perché da quando i video hot che la ritraevano erano finiti in rete, ormai non aveva più una vita. Finora per la diffusione delle immagini che ritraevano la donna in pratiche sessuali e per la morte di Tiziana non ha pagato ancora nessuno. Col ‘Revenge porn’ non sarà più così. Ecco perché da oggi Maria Teresa Giglio ha un motivo in più. Almeno in maniera diretta Tiziana ha avuto giustizia.
Sete di giustizia
“Oggi per me è un giorno speciale – ha detto Maria Teresa Giglio – c’è stato un primo riconoscimento ad una battaglia che ho intrapreso da quando l’avverso destino mi ha portato via il bene più prezioso che la vita mi aveva donato”. Ovvio il riferimento alla figlia Tiziana, i cui video, purtroppo, sono ancora reperibili su alcuni siti hard. “Una promessa d’amore verso mia figlia che ha dovuto rinunciare alla sua vita per trovare quell’oblio che le sarebbe spettato di diritto”. Un primo passo verso la giustizia per Tiziana è stato fatto. Adesso Maria Teresa Giglio aspetta i prossimi.