MILANO – L’ascesa dell’ultradestra a livello globale “rappresenta un’enorme opportunità per la socialdemocrazia”, con la scelta “tra un progresso dove nessuno resti indietro” o “il progresso di una minoranza a spese della maggioranza”. Ad affermarlo è il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, intervistato da La Repubblica in vista delle elezioni politiche anticipate del 28 aprile.
Ascesa dell’estrema destra, la linea di Sanchez
Sul pericolo dell’avanzata dell’estrema destra internazionale, Sanchez afferma: “Penso che non ci sia nessuna novità sostanziale. In questo momento è in corso una ricomposizione dello spazio politico, in Europa come altrove. In Italia l’estrema destra sta occupando lo spazio che apparteneva alla destra tradizionale. Il problema non è tanto che quei progetti possano avere successo, ma l’influenza che possano esercitare sulle altre forze dello stesso campo”.
Una chance per la socialdemocrazia
Sottolineando che questo “rappresenta un’enorme opportunità per la socialdemocrazia, per rivendicare valori che noi abbiamo difeso in termini storici, la libertà, l’uguaglianza e la fraternità (…). Dobbiamo decidere se vogliamo un progresso inclusivo, dove nessuno resti indietro, o un progresso di una minoranza a spese della maggioranza”.
Elezioni in Spagna e clima di tensione in Catalogna
Sulle elezioni in Spagna, aggiunge: “Aspiro ad avere un governo forte che dipenda solo dalla propria forza. Ma parlerò con tutte le forze politiche”. E a proposito del processo a 12 leader catalani, sottolinea che il fronte indipendentista “non ha mai ottenuto il consenso della maggioranza dei catalani”, quindi “l’indipendenza dunque non ci sarà, e loro lo sanno”: “il problema della Catalogna non è l’indipendenza, è la convivenza”.
Il progetto europeo tra Spagna, Francia e Germania
Sul progetto europeo e il cosiddetto G3 con Francia e Germania: “Credo che l’Europa abbia bisogno dell’Italia, così come l’Italia ha bisogno dell’Europa. Mi dispiace molto non potermi trovare d’accordo con il governo italiano sull’aspetto politico, strategico e di visione di ciò che rappresenta l’Europa, perché apparteniamo allo stesso bacino del Mediterraneo dove dobbiamo affrontare realtà comuni. Come quella dell’immigrazione sulla quale invece non abbiamo una visione comune”.
La questione migranti e il caso Open Arms
Su questo tema e sul caso della nave Open Arms, sottolinea: “Non ha la capacità per poter raggiungere la Libia e tornare in Spagna. Noi abbiamo la responsabilità di fare diverse cose. Open Arms è stato danneggiato dalla chiusura dei porti italiani, non della Spagna. Perché la capacità che ha la nave per poter andare in Libia e trasportare la gente in Spagna, può mettere in rischio tanto l’equipaggio come gli stessi migranti. Noi stiamo applicando la legislazione sulla sicurezza marittima”.
(LaPresse)