ROMA – “Cari Di Maio e Salvini, se vi disprezzate così tanto dividetevi invece di difendere reciprocamente le vostre poltrone. Voi giocate da complici e l’Italia paga”. E’ questo il pensiero del segretario del Pd, Nicola Zingaretti. In un rapporto già caldo tra i due vicepremier, non potevano mancare nuove scintille. Quando ancora si deve dare avvio alla campagna elettorale vera e propria, quando ancora simboli e candidati devono essere svelati, i due leader prendono le distanze l’uno dall’altro e fanno partire le prime ‘stilettate’. Il capo politico del Movimento 5Stelle fa riferimento alla Shoah e si dice preoccupato “di questa deriva di ultradestra a livello europeo con forze politiche, che faranno parte del gruppo con cui si alleerà la Lega che addirittura, in alcuni casi, negano l’Olocausto”. Il tutto a poche ore dall’incontro tra Salvini e Marine Le Pen a Parigi, preludio alla grande alleanza a cui il Carroccio sta lavorando sul fronte sovranista. “E’ mio dovere – rimarca Di Maio – come forza politica e come capo politico del Movimento 5 Stelle, dire che quelle cose non mi appartengono. Infatti, noi creeremo un gruppo unico e indipendente in Parlamento europeo con altri movimenti civici come il nostro e non stare con queste ultradestre, che quando si tratta di scontri ideologici mi preoccupano non poco”.
Tutto questo però non c’entra con l’esecutivo del Paese, ci tiene a precisare il vicepremier pentastellato : “Basta slogan. Lo ripeto ancora una volta: lavoriamo bene insieme quando si tratta di lavorare sulle cose concrete”. Sulla stessa lunghezza d’onda, o quasi, il Capitano che alle indiscrezioni di stampa risponde piccato: “Io non ho tempo per polemiche inesistenti. Ho sempre detto che le vittorie alle elezioni regionali non avrebbero cambiato nulla, semmai è un problema di chi se lo pone. Sicuramente chiediamo al governo una marcia in più”.
Tutto procede quindi, senza però avere riscontri nei fatti, e quelle che si scambiano Salvini e Di Maio sembrano sempre più frasi di convenienza. Il titolare dell’Interno non nasconde una certa insofferenza, quando si parla di decreto truffati e crescita: “Di rinvio e rinvio ci sono troppi dossier rinviati per i miei gusti, a me piace affrontarle le cose: o è sì o è no. O è bianco o è nero”.
Insomma “è amore, finché dura”. La partita dei truffati ora è tutta nelle mani del presidente Conte che dovrà sbrogliare una matassa non poco intricata. Intanto i due vicepremier si tengono a debita distanza da palazzo Chigi e confermano che al momento non ci sono in previsioni incontri o vertici per avviare la distensione. Salvini lunedì inaugurerà la campagna elettorale dal titolo: ‘Verso l’Europa del Buonsenso”. Si tratta della prima conferenza programmatica internazionale che vedrà coinvolti i rappresentanti di altri partiti europei. Non ci sarà Marine Le Pen e Victor Orban, con cui il segretario leghista punta a organizzare un grande evento prima del voto del 26 maggio.
Sul fronte opposto, in casa 5Stelle si sono concluse le votazioni per i candidati alle Europee con 76 ‘nominati’ pronti per andare a Bruxelles. “Vi stupiranno, ve lo assicuro perché saranno persone eccezionali. I nostri candidati li abbiamo scelti insieme on line, liberamente, premiando il merito e le competenze. Sono candidati di cui siamo orgoglioso” commenta Di Maio. Tra i nomi conosciuti ci sono l’uscente Ignazio Corrao e l’ex Iena Dino Giarrusso, per una consultazione che ha portato alla piattaforma Rousseau oltre 32mila votanti e più di 108mila preferenze. Passa anche il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, ultimo tra i volti noti.