ROMA – A Matteo Salvini, è noto, le invasioni di campo non piacciono. E quella di Luigi Di Maio sul tema sicurezza, raccontano i bene informati, al leader della Lega proprio non è andata giù. La legittima difesa estesa anche alle forze dell’ordine, sarebbe questa la ‘pazza idea’ del vicepremier pentastellato dopo l’agguato a Foggia, che ha causato la morte del maresciallo dei carabinieri Vincenzo Carlo Di Gennaro e il ferimento del suo collega Pasquale Casertano.
Le forze dell’ordine disporranno del taser
Salvini non se la lascia scappare e alla convention della Lega nel Lazio annuncia: “Da giugno per le forze dell’ordine entrerà in vigore la pistola elettrica”. Un modo per ricordare che è lui il ministro dell’Interno, ed eventuali misure per la protezione degli agenti spettano al suo dicastero. La replica del ‘Capitano’ arriva ed è tagliente: “Ho letto che Di Maio ha proposto di dare più potere alle forze dell’ordine. Ma non era il M5s che voleva mettere il numeretto sul casco dei poliziotti?”. Poi la battuta sarcastica: “Cambiare idea è sintomo di intelligenza… bene, vuol dire che stare con la Lega porta saggezza”.
Il braccio di ferro tra Salvini e Di Maio sul tema sicurezza
Di Maio ci aveva già provato il mese scorso, quando aveva proposto, in occasione del tentato rapimento dei 51 studenti del bus di San Donato Milanese, un provvedimento a sua firma perché: “Il problema della sicurezza interna del Paese va affrontato con ancora più forza”.
Salvini però non cede di un millimetro nella sua materia e rilancia: “Dobbiamo trasformare da lotta a guerra la battaglia contro gli spacciatori di droga e di morte. Una piaga che sta devastando intere generazioni. Questo si fa innalzando le pene per gli spacciatori e diminuendo la quantità in possesso per farli sbattere in galera”. Sono queste le proposte del capo del Viminale, che non dimentica il carabiniere ucciso a Foggia. Augurando al colpevole “il carcere fino alla fine dei suoi giorni”, non seduto davanti alla Tv, ma al lavoro da mattina a sera.
La sperimentazione della pistola elettrica
La sperimentazione della pistola elettrica è partita lo scorso luglio. Dotando la Polizia di Stato, l’arma dei Carabinieri e la Guardia di finanza del Taser in 11 città: Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia e Brindisi. I tutto i dispositivi acquistati sono stati 30 e la fase sperimentale sarà seguita da una disciplinare grazie a un apposito gruppo interforze sta mettendo a punto e sulla base del quale saranno formati le donne e gli uomini delle forze dell’ordine coinvolti nella prima fase di utilizzo.
Il taser è già in uno in 107 nazioni ma restano i dubbi
A marzo il ministro dell’Interno ha firmato la proroga della sperimentazione e a giugno l’uso della pistola a impulsi elettrici potrà diventare definitivo. Nei primi sei mesi di sperimentazione (da settembre a febbraio), il Taser era stato protagonista 48 volte. E nella maggioranza dei casi era stato sufficiente minacciarne l’utilizzo per risolvere la situazione. La pistola elettrica è uno strumento già utilizzato dalle forze di polizia di circa 107 Paesi. Tra cui Canada, Brasile, Australia, Nuova Zelanda, Kenya e in Europa in Finlandia, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Grecia e Regno Unito.
(LaPresse/di Donatella Di Nitto)