ROMA – “Se si votasse domani, non inviterei più a scegliere i Cinquestelle”. Il ping pong su Roma continua, con Matteo Salvini che torna ad attaccare la sindaca Virginia Raggi. Ormai la rottura è definitiva. In palio c’è l’affermazione alle Europee e più avanti – teoricamente nel giugno 2021, ma forse anche prima – al Campidoglio. Il leader pentastellato Luigi Di Maio non nasconde l’irritazione, e parla di un “giochino che ho visto fare molte volte in questi anni”, perché per il Carroccio “i sondaggi pesano di più”.
La stessa sindaca alza le spalle e, intervistata dal Messaggero, liquida la battaglia per la Capitale come scaramucce da teatrino politico- mediatico di una campagna elettorale fatta sulla pelle dei romani. Lei, dice, preferisce il lavoro silenzioso per migliorare la città. Ma il leader leghista, ricordando di essere un milanese sceso ad abitare a Roma per lavoro, bolla come intollerabile la situazione dell’immondizia, del traffico, dei mezzi pubblici che non funzionano, dei crateri nelle strade, della trascuratezza”. Si pente, Salvini, quando al ballottaggio con Giachetti disse agli elettori romani di “mettere alla prova i 5Stelle”. Prova non superata: questo il verdetto dopo quasi 3 anni di sindacatura, e un biennio abbondante all’orizzonte.
La domanda che, spontanea, viene fatta a Salvini è chi sarà il candidato sindaco della Lega (lo stesso partito che, un’era fa, tuonava contro la Roma ladrona)? Lui taglia corto, dice di non aver in mente nessuno. Spera solo che la Capitale, vetrina della nostra Italia, sia più curata. Raggi non ci sta, non vuole essere il bersaglio delle sparate leghiste, risponde pan per focaccia. In un video diventato virale sui social, prende in giro Salvini illustrando il problema del debito del Campidglio con due pezzetti di pane. Il primo rappresenta i 200 milioni che vengono pagati ogni anno dalla città di Roma, l’altro i 300 mln liquidati dallo Stato. Quest’ultima cifra diminuirà, dice Raggi morsicchiando la mollica.
Da Paola Taverna a Luigi Di Maio, la nomenklatura pentastellata si schiera a difesa dell’inquilina del Campidoglio. “Quella città ce l’hanno lasciata così centrodestra e centrosinistra, e noi stiamo cercando di metterla a posto”, spiega Di Maio da Dubai. La vicepresidente del Senato invece, che è romana doc, punge l’alleato di governo. Nella capitale i risultati si vedono, mentre per quelli del Viminale serve il binocolo…
Al di là delle baruffe, comunque, nel Movimento sanno bene che il Carroccio potrebbe mettersi di traverso quando si dovrà dare luce verde alla rimodulazione del debito. Approvando un’apposita norma ‘Salva Roma’ da inserire nel Dl Crescita.