TORINO – La Juventus trova il punto che chiude i giochi Scudetto, aggiungendone altri due, e nell’uovo di Pasqua trova l’ottavo, storico, titolo consecutivo, il quinto della gestione Allegri. La vittoria che prova a lenire il grande dolore per la Champions sfumata arriva contro una gagliarda Fiorentina, al termine di un match non privo di difficoltà per gli incerottati padroni di casa. Alex Sandro e, nella ripresa, l’autorete di Pezzella consentono ai bianconeri di rimontare l’iniziale vantaggio dei viola firmato da Milenkovic dopo appena sei minuti.
Ma la squadra di Montella esce a testa altissima dallo Stadium e non meritava di tornare a Firenze a mani vuote. I viola creano, soprattutto nel primo tempo, più di un grattacapo ai padroni di casa e con meno ingenuità avrebbero potuto anche arrotondare il vantaggio. A salvare Szczesny per due volte dai tentativi dell’iradiddio Chiesa ci ha pensato anche il legno.
Nessuna novità nelle scelte di formazione
Per il suo 4-3-3 Allegri, privo di sei titolari, si affida al tridente Cuadrado-Ronaldo-Bernardeschi. In difesa Rugani affianca ancora Bonucci. Per la Viola tandem d’attacco formato da Mirallas e Simeone, con Chiesa e Hancko pronti ad avanzare sugli esterni. Muriel si accomoda in panchina. Avvio da tregenda per i bianconeri, subito sotto al primo affondo dei toscani. Dal fondo Chiesa mette al centro, Szczesny devia e sul pallone vagante si avventa Milenkovic che insacca a porta vuota (6′). Il vantaggio è benzina per le gambe fresche dei gigliati, che arrivano ancora alla conclusione con Mirallas.
La Juve deve ancora entrare in partita e rischia già il tracollo
Simeone duetta con Chiesa che è una merviglia, provvidenziale la chiusura di Bonucci che disinnesca uno 0-2 che sembrava cosa fatta. Tracce di vita sul pianeta bianconero arrivano sul successivo capovolgimento di fronte, che culmina in un tiro di Bernardeschi: Benassi devia e a momenti beffa Lafont. Allegri, evidentemente insoddisfatto, manda a scaldare Kean. Poi tira un sospiro di sollievo sulla rete annullata a Simeone per fuorigioco.
La Juve concede spazi e si fa bucare con una facilità impressionante
La squadra di Montella come i bravi studenti si applica e fa tutto alla perfezione: manovra brillante e veloce, pressing che costringe gli impacciati bianconeri all’errore. Lafont ringrazia e fa da spettatore. Ronaldo, irrequieto, ci prova da una distanza proibitiva persino per lui, ben più minacciosa la Viola con Chiesa che addomestica il pallone di Mirallas e viene fermato dal palo. Una fiammata dei bianconeri nel momento migliore degli ospiti porta al pari: angolo di Pjanic che pennella verso il primo palo per il tuffo di Alex Sandro, in anticipo su Hancko (38′).
L’1-1 non scoraggia la Fiorentina, che allarga il suo credito con la Dea bendata
L’onnipresente Chiesa giunge al limite e scarica un terrificante mancino che centra in pieno la traversa, con Szczesny battuto. E che la fortuna stasera sorrida alla Juventus lo conferma l’azione che ad inizio ripresa porta al 2-1: Ronaldo vola sulla destra e mette al centro per Bernardeschi, nel tentativo di anticiparlo Pezzella insacca nella propria porta (53′). Il vantaggio regala leggerezza ai bianconeri che finalmente sembrano aver trovato la frequenza giusta.
I viola, che nel primo tempo hanno speso tantissimo, concedono più spazi ma restano pericolosissimi in contropiede. Spinge e guadagna metri la Juventus: Milenkovic mura il tentativo di Ronaldo, poi Lafont si esalta volando sul gran mancino di Pjanic. Proprio il bosniaco lascia spazio a Bentancur, mentre Montella richiama Chiesa e si affida alla freschezza di Muriel, subito vivace.
Alla festa finale Allegri regala minuti a Kean, dentro per Bernardeschi
Sugli spalti possono partire i cori-scudetto, ma la Fiorentina è viva e prova a spezzare il possesso bianconero con Dabo, che scappa a Rugani ma trova Szczesny a sbarrargli la strada. Poi il triplice fischio, e la festa ‘W8nderful’ che può iniziare.
(LaPresse)