Di Maio e Salvini come Stanlio e Ollio, ma c’è poco da ridere

25 aprile, caso Siri e SalvaRoma gli ultimi simboli della litigiosità gialloverde

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

Divisioni e polemiche all’interno del governo gialloverde, Di Maio e Salvini non fanno che litigare. Il 25 aprile, il caso Siri e il SalvaRoma, tra i due vicepremier non esiste linea comune.

Il 25 aprile


Salvini è stato chiaro: “Non festeggio la Liberazione” e posta un video sui social. “Salvini fascista primo della lista – dice – Questo è il 25 Aprile per alcuni comunisti dei centri sociali milanesi, io vado in Sicilia e gli mando bacioni”. Anche oggi a rispondergli, sempre via social è Di Maio. “Per giorni si è riusciti a discutere anche di questo, è incredibile – scrive – Io oggi ricordo il 25 aprile perché è un dovere istituzionale, oltre che storico. Perché è un valore. E tutti questi problemi sulla festa rossa o sulla festa di sinistra non me li faccio”.

Il caso Siri

Il dibattito politico sul 25 aprile è niente rispetto alla patata bollente rappresentata dall’inchiesta che vede coinvolto il sottosegretario Armando Siri su cui, manco a dirlo, Lega e 5 Stelle hanno posizioni diametralmente opposte. Di Maio, anche a favore della campagna elettorale per le Europee, rispolvera la vena giustizialista e chiede la testa di Siri. Salvini non cede e passa al contrattacco “Non ho mai chiesto le dimissioni della Raggi”. La decisione finale spetterà al premier Giuseppe Conte. “Ascolterò il sottosegretario – spiega – e deciderò”.

Il SalvaRoma

Salvini non ci sta a ‘regalare’ soldi al sindaco di Roma Virginia Raggi e dice no al SalvaRoma. Di Maio fa il diavolo a quattro perché dal suo punto di vista il regalo lo si fa ai cittadini visto che la norma inserita nel Dl Crescita è a costo zero e prevede la fine del commissariamento voluto dal governo Lega-Berlusconi nel 2008 per aiutare l’allora sindaco amico Gianni Alemanno.

Tra politica e cabaret

Il dibattito politico delle ultime settimane si è trasformato in uno scontro continuo tra i due vicepremier. Non c’è argomento che non li veda esprimere posizioni opposte. Altro che nani e ballerine, il governo gialloverde sembra un continuo sketch di Stanlio e Ollio, dove i due si fanno i dispetti pur restando sempre insieme. Peccato non sia un film muto, peccato che ci sia poco da ridere.

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