PARIGI (FRANCIA) – Taglio dell’imposta sul reddito, aiuti per le pensioni più basse dal 1° gennaio 2020, regole semplificate per i referendum e una riforma profonda dell’amministrazione. Emmanuel Macron ha annunciato principalmente queste misure in risposta ai circa sei mesi di contestazione dei gilet gialli.
In una conferenza stampa nel salone delle feste dell’Eliseo, il presidente francese prima ha tenuto il discorso che avrebbe dovuto tenere il 15 aprile e aveva rinviato allo scoppio dell’incendio nella cattedrale di Notre-Dame e poi ha risposto alle domande dei giornalisti francesi e stranieri presenti.
La sintesi è la seguente: sono “giuste” le “rivendicazioni all’origine del movimento” e Macron dice di averle ascoltate e annuncia un ‘nuovo atto’ della Repubblica, ma sulle riforme il presidente va avanti perché la direzione è giusta. Forse “non sono state sufficientemente rapide secondo alcuni, non sufficientemente radicali, non sufficientemente umane” ma la direzione delle riforme è giusta, ritiene Macron.
Dopo mesi di proteste che hanno preso d’assalto le vie delle grandi città francesi da metà novembre e al termine del Gran dibattito nazionale organizzato per ascoltare le proposte dei cittadini, a chi gli chiede della sua eventuale volontà di ricandidarsi nel 2022 Macron risponde così: “Non mi importa delle prossime elezioni. Voglio avere successo, furiosamente, con passione” in questo mandato.
La misura principale di quelle annunciate è certamente il taglio dell’imposta sul reddito, ma ha un prezzo: Macron intende abbassarla “in modo significativo”, ma spiega che per finanziarla ha chiesto al governo di “eliminare alcune agevolazioni fiscali” e segnalato che “bisognerà lavorare di più”. Non solo: ha ribadito il suo no a una reintroduzione della patrimoniale (voluta invece dai gilet gialli), come pure ha respinto la richiesta del Referendum di iniziativa cittadina (Ric) promettendo invece una semplificazione delle regole sul referendum.
Poi un provvedimento simbolico
Il presidente conferma la sua intenzione di “sopprimere l’Ena”, cioè la École nationale d’administration, “non per il piacere di sopprimerla” ma “per costruire qualcosa che funzioni meglio”. Questa alta scuola di formazione, da cui sono usciti molti presidenti e gran parte della classe politica francese, è per molti il simbolo delle elite staccate dalla realtà quotidiana.
La vera risposta verrà dalla piazza
Dal 17 novembre del 2018 ogni sabato i gilet gialli convocano i manifestanti nelle strade per protestare. Intanto la reazione di una delle figure più in vista del movimento, Maxime Nicolle, rilasciata ad AFP, è la seguente: “Non ha ascoltato quello che chiediamo in strada da cinque mesi”.
(LaPresse/AFP)