Ilva, Labriola(Fi): “Ricordo a Costa che a Taranto nulla è normale”

"Ricordo al ministro Costa che nulla è normale a Taranto. Non lo sono i blocchi degli impianti dell’Ilva, come non lo sono gli incidenti che coinvolgono i lavoratori.

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – “Ricordo al ministro Costa che nulla è normale a Taranto. Non lo sono i blocchi degli impianti dell’Ilva, come non lo sono gli incidenti che coinvolgono i lavoratori. Mi fa piacere che il ministro abbia inneggiato a lavorare tutti insieme. Peccato che non c’è stato il garbo istituzionale di invitare al tavolo anche tutti i parlamentari del territorio. Ciò con l’eccezione di qualche grillino che ha presenziato solo per essere immortalato con i ministri per riaccreditarsi sul territorio. Speriamo che il 24 giugno quando i 5 moschettieri torneranno a Taranto abbiamo l’accortezza di chiamare anche i deputati del posto. Altrimenti si avrà la certezza che anche questo tavolo non è altro che l’ennesimo bluff”. Così, in una nota, la deputata di Forza Italia Vincenza Labriola.

L’incontro

“I 5 ministri infatti chiusi in prefettura si sono limitati ad ascoltare, non hanno risposto a tutte le domande, hanno annunciato una fase Taranto 2 che non potrà mai esserci senza un decreto ad hoc per la città e la sua popolazione. Quella avvenuta in prefettura è la stessa sceneggiata a cui abbiamo assistito a settembre, quando il ministro Di Maio ha firmato la cessione dell’azienda e strappato un finto accordo che non impatterà sul profilo ambientale. Chi verificherà lo stato degli impianti e chi controllerà che lo stabilimento non inquinerà più non è però dato saperlo. Il ministro Costa venga in commissione Ambiente per un confronto su Ilva e sul futuro dei tarantini. Così da chiarire anche una volta per tutte come questo esecutivo attuerà il contratto di Governo in cui si prevede la chiusura delle fonti inquinanti dell’ex Ilva. Speriamo che questo intento non si traduca nella copertura dei parchi primari con due tecnostrutture grandi 28 campi di calcio l’una che ci lasceranno in eredità l’ennesimo ecomostro su un territorio già annichilito”.


LaPresse

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