La nuova tendenza del M5S è a sinistra. Il vicepremier e capo politico Luigi Di Maio, in piena campagna elettorale per le Europee, è pronto a tutto pur di recuperare terreno rispetto all’alleato di governo Matteo Salvini e alla Lega, perfino smentire quanto fatto fino ad ora e sposare le posizioni dei ‘dissidenti’ grillini su giustizia, legittima difesa, autonomia e migranti.
La svolta
Ci è arrivato dopo un anno, gli serviva la campagna elettorale, ma alla fine Di Maio ha capito che quello che riesce meglio al M5S è fare opposizione. Come farla da forza di governo? Osteggiando gli alleati della Lega e il loro leader. Una strategia che sembra portare bene, considerato che il Movimento torna a salire nei sondaggi dopo la presa di posizione sulle dimissioni del sottosegretario Armando Siri.
Azzerare tutto e ripartire dai dissidenti
Il termine ‘dissidente’ è nato insieme al governo gialloverde, quando sulla chiusura dei porti gli ‘ortodossi’, fedelissimi del presidente della Camera Roberto Fico, hanno iniziato a scalpitare e a criticare la linea dimaiana. Da allora, messi in minoranza, hanno preso le distanze dalle politiche sull’accoglienza, sulla legittima difesa, sulle Autonomie e sull’Europa. Hanno mantenuto il punto e adesso Di Maio li rivaluta, silenziosamente, copiandone lo stile.
Strategia e credibilità
Un conto è la strategia politica del vicepremier grillino, altra è la credibilità. Ma questa verrà valutata col voto del prossimo 26 maggio che sarà indicativo di quanto l’atteggiamento ‘sinistroide’ di Di Maio avrà fatto presa sulla platea dei delusi del Pd. Subito dopo il governo gialloverde dovrà decidere cosa fare indipendentemente dal contratto di governo perchè le distanze restano anche su punti inseriti all’interno del ‘documento’, a partire dal Tav e dalle Autonomie su cui sia M5S che Lega si giocano la faccia.