ROMA (LaPresse) – Carceri, Antigone: il tasso di sovraffollamento delle carceri italiane sfiora attualmente il 120%. È quanto emerso dal XV rapporto dell’associazione Antigone sulle condizioni di detenzione.
Al 31 dicembre 2018, 19.565 detenuti (il 32,8% del totale) erano in carcere in attesa di condanna definitiva. Questo dato è del 38% se si guarda ai soli detenuti stranieri, mentre scende al 30,2% per quelli italiani, segno di come la custodia cautelare sia maggiormente usata in situazioni di maggiore debolezza sociale.
Dalla rilevazione effettuata dall’Osservatorio di Antigone durante il 2018 (85 carceri visitate) è risultato che nel 18,8% dei casi vi sono celle dove non è rispettato il parametro dei 3 mq per detenuto, soglia considerata dalla Corte di Strasburgo minima e al di sotto della quale è estremo il rischio di trattamento inumano e degradante. Compaio tra questi il carcere di Milano Opera ed entrambi gli istituti napoletani. Nel 7,1% degli istituti ci sono celle in cui il riscaldamento non è funzionante, nel 35,3% celle in cui non è assicurata l’acqua calda, nel 54,1% dei casi ci sono celle prive di doccia, nel 20% degli istituti visitati non ci sono spazi per le lavorazioni, nel 27,1% non esiste un’area verde per effettuare i colloqui.
La regione dove il tasso di affollamento è maggiore è la Puglia (160,5%), seguita, se escludiamo i piccoli numeri del Molise, dalla Lombardia (138,9%). Sono 42 gli istituti di pena con un tasso di affollamento superiore al 150%. Di questi, 10 si trovano in Lombardia e Puglia. Le carceri di Taranto e Como, con un tasso rispettivamente del 199,7% e del 197% sono le più sovraffollate d’Italia. Seguono l’istituto di Chieti (193,6%), Brescia Canton Mombello (193,1%) e Larino (192,1%).
In 42 carceri lo scarto tra numero dei detenuti e posti letto regolamentari supera le 100 unità. Tra queste, in 17 lo scarto supera le 200 unità. A Poggioreale ci sono 731 detenuti in più rispetto alla capienza, a Secondigliano 418, a Rebibbia 400, e a Regina Coeli 381.