ROMA – Utilizzare la diagnosi prenatale per finalità selettive “non è umano”. Papa Francesco torna a ribadire la sua posizione sull’aborto di feti con irregolarità genetiche. Davanti ai partecipanti al convegno internazionale #YestoLife: “È lecito affittare un sicario per risolvere un problema? A voi la risposta”. Il punto è questo per il Pontefice, la religione non c’entra: “E’ una cosa umana”.
Più volte Bergoglio si è espresso con parole durissime sull’interruzione di gravidanza. Anche questa volta, parla fuori dai denti: “Nessun essere umano può essere mai incompatibile con la vita, né per la sua età, né per le sue condizioni di salute, né per la qualità della sua esistenza”, dice. Stigmatizzando il diffondersi di una “disumana mentalità eugenetica”, che sottrae alle famiglie la possibilità di accogliere, abbracciare e amare i loro “bambini più deboli”.
È del 2016, dopo la chiusura del Giubileo, la lettera apostolica ‘Misericordia et misera’. Con la quale Francesco concesse a tutti i preti la facoltà di assolvere il “peccato grave” dell’aborto. Una decisione rivoluzionaria, presa “perché nessun ostacolo si interponga tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio”, motivò.
Non per questo, però, il suo giudizio sull’interruzione di gravidanza resta meno severo. Sull’aborto selettivo, con il Forum delle Famiglie, a giugno 2018, aveva rievocato lo spettro del nazismo: “Ho sentito dire che è di moda che quando nei primi mesi di gravidanza si fanno gli studi per vedere se il bambino non sta bene. La prima offerta è: lo mandiamo via. Perché non si vedono nani per la strada? Perché il protocollo di tanti medici dice: viene male, mandiamolo via”. Nel secolo scorso, quando si sollevò il velo dalla follia nazista, tutto il mondo si è scandalizzò. Eppure, aveva osservato: “Oggi facciamo lo stesso, ma lo facciamo con i guanti bianchi”.
(LaPresse)