BRUXELLES – Tre candidati sono entrati a pieno titolo nella sfida alla successione di Jean-Claude Juncker alla presidenza della Commissione europea, ma resta una quarta ipotesi: il ‘non candidato’ Michel Barnier. Il tedesco Manfred Weber, l’olandese Frans Timmermans e la danese Margrethe Vestager sono i rappresentanti tre grandi gruppi all’Europarlamento dopo il voto di domenica e, a questo titolo, puntano alla presidenza dell’esecutivo. I leader dell’Ue s’incontrano martedì per discutere il futuro della Commissione, mentre non c’è accordo su chi ne assumerà la guida. Tra i primi compiti della nuova Eurocamera c’è infatti quello di scegliere il presidente dell’esecutivo (dovrebbe avvenire al vertice formale del 20-21 giugno). Ciò sulla base delle elezioni, e il loro candidato dev’esser poi eletto dal Parlamento a maggioranza assoluta (il voto è previsto a metà giugno).
I candidati
Weber, 46 anni, si ritiene il favorito perché il Partito popolare europeo (Ppe) è rimasto la prima forza all’Eurocamera. Ciò nonostante abbia perso una trentina di seggi. “Abbiamo vinto le elezioni e sarà lo Spitzenkandidat (il candidato ufficiale, ndr) del Ppe il presidente della Commissione”, ha detto il presidente del gruppo, Joseph Daul. Membro della Csu, Weber è a capo del gruppo parlamentare dal 2014, ma non ha mai occupato ruoli ministeriali. Tanto che il presidente francese Emmanuel Macron ritiene non abbia esperienza né autorità per il ruolo. A spegnere l’ambizione del tedesco potrebbe essere il candidato della famiglia socialista europea Pse, l’olandese Frans Timmermans, 58enne, che dovrebbe trovare l’appoggio di una coalizione senza la destra. Lui stesso ha ammesso che non sarà facile. Ex ministro degli Esteri e dal 2014 primo vicepresidente della Commissione, è responsabile delle procedure sanzionatorie verso Ungheria e Polonia per violazioni dello stato di diritto: status che gli garantisce vari nemici. Terza candidata è la danese Margrethe Vestager, dei liberali Alde, 51 anni. Ha invocato una “coalizione di persone che voglia cambiare le cose”, aggiungendo: “Una donna alla presidenza della Commissione è possibile”. Si è fatta conoscere soprattutto come commissaria europea alla Concorrenza, guadagnandosi anche il soprannome di ‘tax lady’ dal presidente americano Donald Trump. Apprezzata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, potrebbe avere la meglio anche grazie a un’intesa con Timmermans, per mettere fuori gioco Weber.
L’altra opzione
C’è però anche un altro scenario, su cui le voci circolano da mesi: la ‘non candidatura’ del francese Michel Barnier, capo negoziatore per l’Ue nel dossier Brexit. Il 68enne non è infatti entrato formalmente nella corsa per non interferire con il proprio mandato di negoziatore. Esponente del Ppe, due volte commissario europeo, ex capo della diplomazia e varie volte ministro in Francia, Barnier si è fatto largo al Consiglio grazie al suo ruolo nel dossier Brexit. Il maggior ostacolo alla sua nomina, pare, arriverà dai suoi alleati nel Parlamento europeo: “Il Ppe non appoggerà un candidato che non si è presentato”, ha avvertito Weber.
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