Ronaldo e la violenza sessuale, il caso non è chiuso

Cristiano Ronaldo deluso (Photo by Marco BERTORELLO / AFP)

TORINO – Caso chiuso. Anzi, no. La giornata si era aperta con una buona notizia per Cristiano Ronaldo: secondo ‘Bloomberg’ Kathryn Mayorga, la modella statunitense, oggi insegnante, che aveva accusato CR7 di averla violentata nel 2009 in albergo dopo una serata passata in una discoteca di Las Vegas, avrebbe ritirato la denuncia presentata nei suoi confronti. Facendo cadere così ogni tipo di accusa per il calciatore portoghese, attualmente impegnato con la sua nazionale in Nations League. Il mese scorso, è l’indiscrezione di ‘Bloomberg’, presso il tribunale statale del Nevada era stata depositata una notifica di ‘voluntary dismissal’. Non è chiaro se dietro il gesto della donna ci sia un accordo tra le parti in causa.

Ma per Larissa Drohobyczer, uno dei legali di Mayonga, il caso sarebbe tutt’altro che chiuso. E non ci sarebbe alcun passo indietro. “Le accuse non sono state ritirate. Abbiamo appena ritirato la nostra denuncia a livello statale (nel Nevada, ndr) perché abbiamo presentato una denuncia identica al tribunale federale”, ha spiegato ad AFP. “In termini concreti, abbiamo appena cambiato la giurisdizione, Ma le accuse rimangono”. Un portavoce della polizia di Las Vegas, che si è occupata del caso riaprendo l’indagine, ha confermato al ‘Guardian’ che l’indagine che coinvolge il campione della Juventus resta aperta. L’avvocato di Ronaldo, Peter Christiansen, non ha invece voluto commentare. Quanto a CR7, oggi sui social non ha fatto alcun cenno alla vicenda preferendo dedicare un post al compleanno dei suoi gemellini.

La vicenda Ronaldo-Mayorga è tornata d’attualità nello scorso autunno, in seguito alla pubblicazione di alcuni documenti riservati, ottenuti attraverso il sito ‘Football Leaks’, da parte della rivista tedesca ‘De Spiegel’, secondo cui il calciatore avrebbe versato alla donna 375mila dollari per ottenere il suo silenzio. Mayorga, che aveva inizialmente denunciato l’accaduto senza fare subito il nome del calciatore, qualche mese più tardi aveva infatti cambiato idea, per poi presentare una nuova denuncia nel settembre 2018. Ronaldo e il suo entourage si sono sempre proclamati innocenti, ma la polizia del Nevada in virtù delle ultime rivelazioni aveva deciso a inizio anno di riaprire il caso, ordinando all’attaccante di sottoporsi all’esame del Dna. Oggi il nuovo capitolo della vicenda. E potrebbe non essere l’ultimo.

(LaPresse – Alberto Zanello e Attilio Celeghini)

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