COPENHAGEN – Le elezioni in Danimarca per rinnovare il Parlamento sono state vinte dalla sinistra. I socialdemocratici tornano al potere dopo quattro anni, sconfiggendo i populisti che crollano dopo l’exploit del 2015. La leader del partito vincente, Mette Frederiksen, si appresta a diventare il primo ministro più giovane nella storia del Paese.
Elezioni in Danimarca, trionfo dei socialdemocratici
Una vittoria per nulla scontata quella dei socialdemocratici, che conquistano il governo danese nonostante alle elezioni europee di fine maggio fossero arrivati dietro al Partito Liberale, che è anche l’attuale partito di governo.
La loro è stata una campagna elettorale che ha promesso di mantenere la linea dura sull’immigrazione e di aumentare la spesa pubblica.
Il voto ha premiato i socialdemocratici con il 26%, pur perdendo lo 0,3% rispetto alle elezioni del 2015. Ma, diversamente da quattro anni fa, quest’anno potranno contare sul sostegno di altre forze di sinistra in crescita per raggiungere la maggioranza di 90 seggi su 179.
Crollano i populisti
Tonfo invece per i populisti xenofobi del Partito del popolo danese. Il voto per loro è precipitato dal 21,1% all’8,8%, e da 37 a 16 seggi. Bene invece il Partito liberale del premier uscente Lars Loekke Rasmussen, che guadagna il +3,9% di voti in più rispetto al 2015, arrivando al 23,4%. (rispetto al 2015).
Entra invece con 4 seggi in parlamento la Nuova Destra, fondata dall’architetto Pernille Vermund. Il partito dell’Alleanza liberale ha ottenuto invece il 2,3%, con il leader e attuale ministro degli Esteri Anders Samuelsen, che non ce la fa però ad entrare nel nuovo Parlamento.
Rasmussen annuncia le dimissioni
Il premier uscente danese, il conservatore Lars Loekke Rasmussen, ha ammesso la sconfitta alle elezioni, e ha annunciato le dimissioni.