MOSCA – Il giornalista investigativo russo Ivan Golounov, incriminato oggi con l’accusa di traffico di droga in un caso che i suoi sostenitori ritengono montato ad arte, è stato trasferito in ospedale. E denuncia di essere stato picchiato dalla polizia. Golunov, celebre reporter della sito indipendente Meduza, è stato arrestato giovedì nel centro di Mosca. Ufficialmente perché in possesso di circa quattro grammi di mefedrone, una droga sintetica. Secondo la polizia, la droga si trovava nel suo zaino, mentre altri sacchetti contenenti stupefacenti sarebbero stati scoperti in una perquisizione nella sua abitazione.
Le accuse contro il giornalista russo
Poco dopo l’incriminazione, oggi, la polizia moscovita ha riferito che il giornalista è stato trasferito in ospedale dopo avere lamentato “di sentirsi male”. Il medico della squadra che l’ha spostato in ospedale, però, riferisce all’agenzia Interfax che “ha un ematoma nella regione occipitale, diversi graffi sul petto, tracce di colpi alle costole, possibili traumi cranici e commozione cerebrale”. Secondo Eva Merkatcheva, rappresentante del Consiglio del Cremlino per i diritti umani, che aveva fatto visita a Golounov giovedì, il giornalista ha raccontato di essere stato picchiato. E che dei poliziotti gli erano anche saliti sul petto. “Ha detto che non dormiva da 24 ore e che si sentiva male. Non ha neanche mangiato”, riferisce ancora Merkatcheva.
L’arresto di Golounov e le proteste contro la polizia
All’annuncio dell’arresto di Golounov, venerdì, è seguita una protesta di un centinaio di persone davanti al quartier generale della polizia. Fra loro anche dei giornalisti, che sono stati fermati. Golounov, che rischia fino a 15 anni di carcere, respinge le accuse e sostiene che i sacchetti di droga ritrovati non gli appartengano. Il giornalista ha scritto in particolare numerosi articoli su casi di corruzione e appropriazione indebita di fondi, nonché sulla presenza mafiosa nel business dei cimiteri. Meduza è un media rispettato in Russia, ma ha la sua sede in Lettonia per sfuggire al controllo delle autorità russe. Alcuni suoi reporter sono però basati in Russia.
(LaPresse/AFP)