MILANO – L’arresto di Paolo Arata e di suo figlio Francesco irrompe nell’equilibrio della politica post-elezioni, riaccendendo il focolaio tra Lega e M5S che sembrava ‘domato’ dopo gli addii al governo di Armando Siri (traumatico) ed Edoardo Rixi (più soft).
La linea Di Battista e la stoccata del M5S alla Lega
È soprattutto l’ala pentastellata a menare qualche randellata, metaforicamente, colpendo ‘l’aria’ per far arrivare folate sulla faccia degli alleati. Innanzitutto Alessandro Di Battista: “L’ex responsabile energia della Lega è stato arrestato per corruzione e auto-riciclaggio per una brutta storia di mazzette sulle rinnovabili. Anche uno dei suoi figli è finito in carcere, l’altro ha ottenuto un contratto a Palazzo Chigi grazie a Giorgetti. Questo è il sistema che dobbiamo combattere”. Un attacco frontale, prima mitigato con l’esortazione “il governo vada avanti”, poi rimpolpato con la sua visione: c’è un “malaffare dilagante reso possibile dalle relazioni pericolose dei partiti. Tutti quanti, dal Pd fino alla Lega”.
Salvini convocato dalla commissione Antimafia
A livello istituzionale, invece, è Nicola Morra a intervenire: “Corruzione e mafia vanno combattute con la massima durezza, ora in Regione Sicilia chi aveva dato concessioni per i 2 parchi eolici in questione con grande leggerezza dovrà fornire risposte”. Cosa che dovrà fare anche il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, convocato proprio dalla commissione parlamentare Antimafia “con lettera ufficiale in data 7 maggio 2019”, spiega il presidente, precisando che la convocazione è partita ben prima degli ultimi avvenimenti, ma che proprio “alla luce dei nuovi arresti in Sicilia” diventa urgente. Una necessità che sembra essere condivisa dal responsabile del Viminale, che ai cronisti assicura: “Certo che andrò”.
La denuncia delle opposizioni
Anche per rispondere all’appello dei parlamentari M5S, che ribadiscono: “La politica deve sempre schierarsi contro mafie e corruzione. E ridurre a zero il rischio di infiltrazioni criminali nelle Istituzioni”. E rintuzzare il cannoneggiamento di una parte delle opposizioni. “Dopo l’arresto per corruzione, autoriciclaggio e intestazione fittizia, con l’aggravante di mafia, di Francesco Paolo Arata, il M5S chieda le dimissioni di Salvini o quella su Siri è stata solo una sceneggiata elettorale”. Mentre Nicola Fratoianni, di Sinistra italiana, rilancia: “C’è una gigantesca ‘questione morale’ legata alla corruzione che grava anche economicamente sull’Italia”. Ora sta ai ‘pompieri’ di via Bellerio evitare che l’incendio prenda piede.
(LaPresse/di Dario Borriello)