Calcio Udinese, Marino: “Sono Tornato per il rapporto con la famiglia Pozzo e l’ambiente”

"Udine è quanto di meglio mi poteva capitare. La mia sensazione è che si potesse tornare all'Udinese per il rapporto che c'è con la Famiglia Pozzo e con l'ambiente, a cui mi sento molto legato".

Foto Stefano De Grandis/LaPresse13-

UDINE – “Udine è quanto di meglio mi poteva capitare. La mia sensazione è che si potesse tornare all’Udinese per il rapporto che c’è con la Famiglia Pozzo e con l’ambiente, a cui mi sento molto legato”. Lo ha dichiarato Pierpaolo Marino, parlando della sua nuova esperienza con i friulani come nuovo direttore dell’area tecnica. “L’affetto con cui la gente, e anche la stampa, mi ha accolto è una responsabilità già forte per dare il mio contributo ad un’organizzazione già perfetta”. Così ha spiegato nella conferenza stampa di presentazione. “Ritrovo tantissime persone che hanno iniziato con me, come Andrea Carnevale che ho scoperto da calciatore e che ho portato poi qui a Udine. E’ la situazione ideale per fare bene”.

L’idea

 “Quando una settimana fa ho parlato con Gino Pozzo la prima rassicurazione che ho voluto era del coinvolgimento della proprietà. Su questo non ho il minimo dubbio altrimenti non sarei qui oggi”, ha sottolineato Marino. “Ho visto il tifo splendido nei momenti difficili dello scorso anno, quello che chiedo è che questo sostegno ci sia sempre, in ogni istante, per ricostruire quei valori che coinvolgono tifosi, squadra, stampa e società e che sono fondamentali. Ricostruire questo spirito – ha aggiunto – è l’obiettivo che mi sono posto, sul piano tecnico ho una realtà splendida con cui lavorare, sulle idee lavoreremo assieme tra proprietà, scouting e parte tecnica”. Il dirigente ha poi svelato “un retroscena, i Pozzo mi proposero di fare il presidente ma io non mi sentivo abbastanza radicato qui per quel ruolo e quindi proposi Franco Soldati per questo ruolo e la famiglia accettò subito”. Marino poi ha chiarito di non voler fare “nessuna promessa, dobbiamo ricompattare tutti gli elementi all’interno e all’esterno, se sarà un lavoro certosino con la collaborazione di tutti faremo cose importanti. Per questo sono venuto per tre anni, nel tempo il calcio è preciso”.

Il team

Sulla squadra: “La stimo molto, penso che potesse fare molto di più, ho delle idee sul perchè non sia successo ma voglio verificarle dall’interno. Ho guardato tutte le partite, visto tutte le statistiche, so dove intervenire. Nell’equilibrio tra reti fatte e subite – ha analizzato – non c’è molta differenza tra la squadra di quest’anno e quella che andò in Uefa. Bisogna migliorare la fase difensiva con Tudor, che stimo moltissimo, e con i giocatori che abbiamo e che reputo molto forti. Dobbiamo migliorare, prendere meno gol e aggiungerne a quelli fatti per tornare dall’altra parte della classifica. Sono curioso di vedere anche attaccanti che hanno giocato poco fin qui. Sui giocatori voglio prima parlare con Tudor. Lasagna ha doti impressionanti da calcio moderno, deve andare in doppia cifra, mi ricorda Muzzi, devi dargli modo di sfruttare la sua esplosività, la sua velocità”. Quanto agli obiettivi, “la salvezza dev’essere la base per nutrire le ambizioni. Il minimo da dare a questa società e a questa città, prima la conquisteremo prima potremo guardare avanti”. La certezza evocata dal dirigente è che “di modelli migliori di quello di Udine ne ho visti pochi. Nel medio periodo l’Udinese deve tornare nella parte sinistra della classifica, non si può promettere ma si lavora per questo”.

LaPresse

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