MILANO – Nel suo primo discorso al mercato finanziario da presidente della Consob, Paolo Savona sceglie il mito della caverna di Platone per denunciare il racconto poco veritiero dell’Italia che a suo parere viene non di rado proposto da istituzioni sovranazionali, enti nazionali e centri privati. “Le luci fioche della conoscenza che in essa penetrano proiettano sulle pareti un’immagine distorta della realtà”, afferma l’ex ministro. Evocando giudizi che appaiono “prossimi a pregiudizi” e trascurano due caratteristiche fondamentali dell’economia e della società tricolori. La forza competitiva delle imprese e il buon livello di risparmio delle famiglie.
La tesi del professor Savona
Ma il professore si spinge anche oltre, opponendo alla visione dell’Italia come di un problema finanziario quella di un Paese che per la comunità europea e globale è “una risorsa alla quale molti paesi attingono per soddisfare le loro necessità”. E soprattutto definendo “oggettivamente infondati” i sospetti sulla possibilità di insolvenza per quanto riguarda il debito pubblico, ambito sul quale – spiega – pesano le speculazioni di mercato alimentate anche dalle autorità. Nel momento in cui queste utilizzano la valutazione del rischio di rimborso del debito sovrano come vincolo esterno per convincere gli Stati a rispettare i parametri fiscali comunitari.
Il problema dei titoli di Stato
Per restituire ai titoli di Stato la dignità di “ricchezza protetta”, è la teoria di Savona, basterebbe d’altra parte applicare un elementare criterio di razionalità. Quello per cui la sostenibilità del debito risulta garantita nel momento in cui la sua velocità di crescita è inferiore a quella del Pil.
Le proposte della Consob
Detto dei problemi di narrazione che l’Italia prova ad affrontare, di fronte alla comunità finanziaria il numero uno della Consob ha anche avanzato alcune proposte. “Ho detto che cosa bisogna fare in questo paese per cercare di rilanciare gli investimenti. E quindi la crescita in modo tale che si possa proteggere il risparmio”, sintetizza lo stesso Savona uscendo da Palazzo Mezzanotte al termine dell’evento. Nel quale ha auspicato una azione congiunta del pubblico e del privato per attuare investimenti aggiuntivi nell’ordine dei 20 miliardi di euro. Cifra, ha sottolineato, in grado di dare un impulso “certo e rilevante” al binomio fiducia-crescita.
L’European safe asset
Altra idea messa sul tavolo dal professore, quella di uno “European safe asset”, cioè un titolo europeo privo di rischio alternativo al Bund. Il fatto che al momento l’unico safe asset esistente in Europa sia il titolo tedesco, ha spiegato Savona, crea infatti una asimmetria che rappresenta “un fattore di instabilità del sistema finanziario dell’eurozona”. Nessuno spazio, invece, a commenti sulla fase delicata che stanno attraversando i rapporti tra Roma e Bruxelles. “Intervenire nel dibattito non è mia intenzione, non è il mio compito”, taglia corto lo stesso presidente a margine dell’incontro.
(LaPresse/di Marco Valsecchi)