Etiopia, sventato un golpe: ucciso il capo dell’esercito

È stato sventato un tentativo di golpe in Etiopia. Ad annunciarlo, comparendo in tv in uniforme militare, è stato il primo ministro Abiy Ahmed.

. (Photo by EDUARDO SOTERAS / AFP)

ADDIS ABEBA – È stato sventato un tentativo di golpe in Etiopia. Ad annunciarlo, comparendo in tv in uniforme militare, è stato il primo ministro Abiy Ahmed. Nelle violenze sono stati uccisi il capo dell’esercito etiope, il generale Seare Mekonnen, nonché il governatore della regione di Amhara, Ambachew Mekonnen, e uno dei suoi consiglieri. La situazione, secondo il governo, è ora sotto controllo e sono stati effettuati degli arresti. Il premier, andando in tv, ha invitato i cittadini a unirsi contro le forze del “male” che dividono il Paese. Ma le violenze mostrano l’instabilità di questo Paese del Corno d’Africa il cui premier, giunto al potere nel 2018, sta portando avanti una politica di riforme.

l’accaduto

Il presunto golpe fallito risale a sabato sera e si è svolto con azioni coordinate prima nella regione di Amhara e poi nella capitale Addis Abeba. “Un tentativo orchestrato di colpo di Stato è avvenuto contro l’esecutivo del governo regionale di Amhara”. Questa una delle nove regioni autonome dell’Europa, ha riferito l’ufficio del primo ministro. Il capo della sicurezza di Amhara, il generale Asaminew Tsige, ha guidato un attacco contro una riunione di alti responsabili locali. Dunque ha ucciso il governatore Ambachew Mekonnen e uno dei suoi consiglieri, ferendo gravemente un altro responsabile regionale. Un giornalista presente a Bahir Dar, capoluogo regionale, riferisce effettivamente che spari si sono sentiti in città sabato sera per diverse ore. Inoltre, fa sapere sempre l’ufficio del premier, “in relazione con il tentato golpe nella regione di Amhara” il capo di Stato maggiore delle forze armate etiopi, il generale Seare Mekonnen, è stato ucciso dalla sua guardia del corpo nella sua casa di Addis Abeba; e insieme a lui è stato ucciso un generale in pensione che gli faceva visita.

Gli arresti

La bodyguard è stata arrestata, come pure numerosi partecipanti all’attacco contro il governo di Amhara, mentre il resto del commando è ancora ricercato; e fra i ricercati secondo alcune fonti ci sarebbe il capo della sicurezza locale di Amhara che ha guidato l’attacco. Il generale Asaminew Tsige aveva usufruito di un’amnistia ed era stato liberato dal carcere nel 2018 dopo essere stato arrestato per un presunto complotto risalente al 2009. L’ambasciata degli Stati Uniti ad Addis Abeba ha raccomandato al personale di mettersi al riparo dopo le informazioni di spari nella capitale e violenze nell’Amhara.

Un Paese in cristi

Questi eventi, per gli osservatori, illustrano la crisi che scuote il Paese, da tempo governato da un regime autoritario e dove il premier Abiy, giunto al potere l’anno scorso, ha avviato delle riforme. L’Etiopia, il secondo Paese più popolato del continente con circa 100 milioni di abitanti, ha l’economia più dinamica dell’Africa dell’est, restando tuttavia uno dei Paesi più poveri del mondo. Gli Amhara rappresentano il secondo gruppo etnico del Paese dopo gli Oromo e queste due etnie sono state in prima linea in due anni di grandi manifestazioni che hanno portato alla caduta dell’ex premier Hailemariam Desalegn.

I tentativi di modernizzazione

Il successore Abiy, un Oromo, al potere da aprile del 2018, si è sforzato di democratizzare il Paese. Per esempio ha legalizzato dei gruppi dissidenti, migliorato le condizioni della libertà di stampa e limitato gli abusi di diritti umani facendo arrestare decine di responsabili dell’esercito e dei servizi di intelligence. Ha inoltre lanciato un programma di riforme economiche e raggiunto la pace con la vicina Eritrea dopo oltre 20 anni di conflitto. Con questa liberazione sono anche venuti allo scoperto dei malcontenti, in particolare le tensioni interetniche generalmente legate al possesso di terre e all’uso delle risorse: oltre un milione di persone hanno dovuto lasciare le loro case a causa di queste violenze.

LaPresse

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