MILANO – Il suo comportamento è stato definito a buon diritto quello di un eroe. Ma non trovò alcuna rete di protezione da parte della società. È questo il ricordo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di Giorgio Ambrosoli, a 40 anni dal suo assassinio.
“Il coinvolgimento attivo della società produce una rete di protezione essenziale, in aggiunta a quella che lo Stato deve assicurare. Ambrosoli non la incontrò”, ha detto il capo dello Stato a Milano, per la cerimonia di consegna del Premio Giorgio Ambrosoli a Milano, in memoria dell’avvocato milanese ucciso l’11 luglio del 1979, mentre era impegnato nella liquidazione della Banca privata italiana di Michele Sindona.
“Il nostro è un Paese pieno di energie e presenze positive: è un Paese sano malgrado le zone d’ombra e le lacune che si riscontrano al suo interno”, è il messaggio dell’inquilino del Quirinale.
Da Mattarella arriva anche un monito
“Ritrarsi dalle proprie responsabilità, fingere di non vedere non è un comportamento neutrale, al contrario costituisce un obiettivo e concreto aiuto alla illegalità e a chi la coltiva”.
Al Piccolo Teatro, alla premiazione Mattarella ha avuto parole di elogio per Milano, che “esprime in alto grado queste capacità positive della società civile: “Giorgio Ambrosoli si era formato nella cultura di Milano e ne rappresenta una figura emblematica, ma il valore della sua esperienza e della sua vita è di carattere nazionale. E la Repubblica conserva la sua memoria con ammirazione e riconoscenza”.
A irrompere a un certo punto durante la cerimonia è stata proprio la notizia della assegnazione della sede per le olimpiadi 2026 a Milano e Cortina, accolta con un lungo applauso della platea, cui si è unito anche il presidente Mattarella.
L’edizione del premio speciale Ambrosoli è stata assegnata a tutti “i cittadini italiani attivi nella tutela dello stato di diritto in condizioni di avversità”. A ritirarlo, simbolicamente, per “integrità, responsabilità e professionalità, oltre al magistrato Pignatone, procuratore capo della Repubblica di Roma dal 2012 sino a maggio 2019, Amalia Ercoli Finzi, ingegnere aero-spaziale, di 81 anni, prima donna a laurearsi in ingegneria aeronautica al Politecnico di Milano nel 1952 e Pina Mengano Amarelli, imprenditrice e manager, napoletana, 75 anni, che si è dedicata dal 1975 alla storica azienda Amarelli di Rossano Calabro, fondata nel 1731. A consegnare il premio sono stati Anna Lorenza Gorla Ambrosoli, vedova di Giorgio, e i figli. (LaPresse)