Tunisia, doppio attacco kamikaze Isis. Essebsi ‘grave’ dopo un malore

MILANO – Torna la paura in Tunisia. Due kamikaze si sono fatti esplodere nel centro della capitale a breve distanza di tempo l’uno dall’altro prendendo di mira le forze di sicurezza. Il bilancio complessivo è di un poliziotto morto altre otto persone ferite. Ore dopo, il servizio di monitoraggio delle attività jihadiste online SITE ha dato notizia della rivendicazione dell’Isis: gli “esecutori dei due attacchi a elementi della sicurezza tunisini” erano “combattenti” dello Stato islamico, ha riferito l’agenzia Amaq, ala di propaganda del gruppo estremista.

Poco dopo gli attentati, che giungono in piena apertura della stagione turistica estiva e a pochi mesi dalle elezioni politiche e presidenziali di ottobre e novembre, la presidenza della Repubblica ha annunciato che il capo dello Stato, il 92enne Beji Caid Essebsi, ha avuto un “malore grave” ed è stato ricoverato nell’ospedale militare di Tunisi.

Dopo circa un’ora di rumors sulla sua morte che si rincorrevano, il principale consigliere di Essebsi, Firas Guefrech, ha smentito: “Per favore non seguite i rumors. La situazione del presidente è stabile”. Lo stesso Guefrech ha riferito che Essebsi è in condizioni “critiche”. Il primo kamikaze si è fatto saltare in aria a Tunisi intorno alle 10.50 locali prendendo di mira una pattuglia della polizia su rue Charles de Gaulle, vicino alla centralissima avenue de Bourguiba, scatenando il panico tra la folla.

Il bilancio di questo primo attacco è stato di cinque feriti: due poliziotti e tre civili; ma uno dei poliziotti è successivamente morto. Circa mezz’ora dopo, un secondo attentatore suicida si è fatto esplodere, stavolta alla periferia di Tunisi, all’altezza del parcheggio della direzione anti-terrorismo di El Gorjani, che è anche sede di Guardia nazionale e polizia giudiziaria: in questo caso, secondo il ministero dell’Interno, il bilancio è stato di quattro agenti feriti.

Il doppio attacco nella capitale è giunto dopo che nella notte, intorno alle 3.30, un gruppo di terroristi ha attaccato un ripetitore radio sul Monte Orbata, nel governatorato di Gafsa, ed è stato respinto dall’esercito: i terroristi sono dunque fuggiti ed è scattata una caccia all’uomo, ma non è chiaro se l’episodio possa essere collegato agli attentati di Tunisi, che al momento non sono stati rivendicati.

I nuovi attacchi, e il precipitare delle condizioni di salute del 92enne presidente Essebsi, giungono a pochi mesi dalle elezioni: le parlamentari sono in programma per il 6 ottobre e le presidenziali per il 17 novembre. Essebsi, veterano della politica, è il primo presidente democraticamente eletto della Tunisia, scelto dai cittadini nel 2014, tre anni dopo la rivoluzione che pose fine a 23 anni di dittatura di Zine El Abidine Ben Ali. Prima di allora aveva ricoperto ruoli di rilievo anche sotto Habib Bourguiba, padre dell’indipendenza tunisina dalla Francia, e sotto il dittatore Ben Ali.

E i nuovi attacchi a Tunisi giungono anche in un periodo in cui il settore del turismo si era risollevato in Tunisia quattro anni dopo l’ondata di attentati terroristici che ha colpito il Paese nel 2015. L’ultimo attentato a Tunisi risaliva allo scorso 29 ottobre, quando una donna kamikaze, una diplomata disoccupata, si era fatta esplodere vicino a un’auto della polizia sempre nella centralissima avenue de Bourguiba, davanti al teatro municipale, provocando 26 feriti, perlopiù poliziotti.

Nel 2015 due attacchi rivendicati dall’Isis uccisero numerosi turisti

Il 18 marzo al museo del Bardo a Tunisi (in cui morirono anche quattro italiani) e il 26 giugno sulla spiaggia di Sousse. Poi, il 24 novembre, un kamikaze si fece esplodere prendendo di mira un bus della Guardia nazionale su avenue Mohammed V, anche in quel caso in pieno centro, uccidendo 12 agenti.

A marzo del 2016 decine di jihadisti entrati in Tunisia dalla Libia avevano provato senza successo a prendere il controllo delle postazioni delle forze di sicurezza nella regione di Ben Guerdane, nel sud, con un attacco che aveva causato 20 morti. Tutti fatti che avevano inferto un duro colpo al turismo, importante voce di entrate nell’economia tunisina. (LaPresse)

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