ROMA – Nonostante le sanzioni, i rapporti tra Italia e Russia restano “eccellenti”. E’ questa la sintesi dei colloqui che il capo del Cremlino, Vladimir Putin, ha avuto con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il premier Giuseppe Conte. Il presidente russo arriva a Roma in netto ritardo sulla tabella di marcia e si muove in una città ripulita e messa a lucido, almeno per quanto riguarda le strade interessate dal corteo.
A proteggere la sua Ilyushin 96-300Pu da 5 miliardi di rubli (70 milioni di euro), blindatissima e lunga sei metri, una delegazione di 30 auto di scorta. Putin, dopo l’udienza in Vaticano con Bergoglio, sale al Quirinale ed è proprio dal palazzo dei Papi che si confermano gli “ottimi” rapporti bilaterali “nonostante i raffreddamenti delle relazioni tra la federazione e l’Occidente, dovuti alle diverse valutazioni sull’Ucraina”. Sul tavolo della visita di Stato dello Zar in Italia diversi temi internazionali, tra cui anche le preoccupanti situazioni in Ucraina e Libia.
“Condividiamo che la crisi in Ucraina sia una questione da risolvere al più presto – conferma Conte – perché mette in discussione i rapporti tra Europa e Russia e rischia di perdere bagaglio di fiducia che ha contraddistinto 25 anni di dialogo”. L’auspicio del governo è che “sia un regime transitorio e l’Italia lavora affinché si creino le premesse per un superamento di questo stato di rapporti fra Unione europea e Russia, che non fa bene a nessuna delle due parti”.
Le parole di Conte
Per raggiungere questo obiettivo, insiste il premier, “occorrono delle premesse e che maturino determinate circostanze, noi lavoreremo in questo senso”. Una posizione che Putin accoglie con favore perché si proietta verso “la necessità di ristabilire il regime dei rapporti pieni russo-comunitari”. Nello specifico, a proposito delle sanzioni, il presidente russo comprende che l’Italia “è legata da impegni essendo membro delle strutture europee. Non abbiamo quindi nessuna pretesa nei confronti dei nostri amici italiani”.
Putin rigido sulla Libia
E’ sulla Libia che si registra un ammorbidimento della posizione di Putin. Già nel colloquio al Quirinale filtra “una preoccupazione comune” dopo l’inasprimento del conflitto nel territorio e il ritorno del fantasma del terrorismo islamico. Mattarella ha infatti ribadito l’importanza della stabilità libica per l’Italia e per l’Europa, trovando l’uomo del Cremlino una positiva consapevolezza del rischio derivante dalla destabilizzazione che la stessa crisi libica comporta. Una situazione aggravata anche dalle diverse posizione dei Paesi vicini alla Libia sulla soluzione politica.
E’ da palazzo Chigi, infatti, che a chiare lettere sia Putin che Conte condividono la necessità di un immediato cessate il fuoco e una soluzione politica in grado di evitare la crisi umanitaria. Quello della Libia, spiega il premier “è un dossier strategico per l’Italia, un dossier che seguiamo costantemente” e con Putin “si è convenuto sul punto che l’opzione militare non porta da nessuna parte, genera violenza, instabilità e prelude a crisi umanitarie di difficile gestione”. Per questa ragione, Conte si rivolge direttamente al premier libico Fayez Al-Serraj, che ha “un compito di grande responsabilità: fare di tutto perché le crisi umanitarie non esplodano in tutta la loro ampiezza”.
Un vero e proprio tour the force per Vladimir Putin che è riuscito solo a fare un breve passaggio al Forum italo-russo alla Farnesina per poi dirigersi a Villa Madama dove Conte, prima della cena in suo onore, gli ha mostrato la vista sulla capitale dalla terrazza panoramica. Ritardi e ritmi serrati non hanno però impedito al presidente russo di salutare l’amico di vecchia data Silvio Berlusconi. Come quattro anni fa i due si sono incontrati all’aeroporto di Fiumicino: un breve colloquio nella sala dedicata ai capi di Stato prima di rimettersi in volo verso Mosca.
(LP – Donatella Di Nitto)