LONDRA – L’Inghilterra potrebbe essere a un passo da una svolta per quanto riguarda la Brexit. Jeremy Corbyn ha annunciato che il suo Labour Party chiederà un secondo referendum su qualsiasi accordo a cui potrebbe arrivare il partito conservatore, e anche sull’uscita del Regno Unito dall’Ue senza accordo, il cosiddetto ‘No Deal’.
Brexit, la contraddizione proposta da Corbyn
La strategia di Corbyn è stata fino ad ora quella di cercare un equilibrio tra l’anima europeista e quella euroscettica del Labour Party. Questo spiega la contraddizione insita nella proposta avanzata dal leader laburista. Vale a dire quella che prevede che, in caso di nuove elezioni generali, se il Labour dovesse vincere, la linea del partito sarebbe quella di rispettare il risultato del referendum 2016, con “un buon accordo” sulla Brexit.
Corbyn ha cioè in mente l’uscita dall’Ue, con una permanenza nell’unione doganale dell’Unione Europea, in una sorta di mercato unico.
Posizione che contiene in sé delle importanti incongruenze che hanno infatti lasciato delusi diversi europeisti di ferro nel Labour, su tutti Lord Adonis.
Presa di posizione importante per salvare il Labour dalla spaccatura interna
Pur restando a cavallo tra le due anime del partito, la presa di Corbyn è comunque molto seria e, soprattutto, senza precedenti. Il Labour chiede dunque un secondo referendum e un’esplicita campagna per rimanere in Europa.
Scelta compiuta da Corbyn evidentemente per l’emorragia di voti che il Labour Party ha subito nelle ultime elezioni europee. Conseguenza, probabilmente, delle critiche ricevute per la titubanza del leader sulla battaglia per restare in Ue.
Oltre al rischio che il partito, già scisso tra fazioni opposte, potesse ulteriormente spaccarsi, indebolendone così l’ideologia.