TORINO – In marcia per circa 7 sette ore per ribadire il no alla Tav. Ieri oltre diecimila persone hanno sfilato verso il cantiere di Chiomonte. A separare i No Tav dai lavori per la tratta Torino-Lione le recinzioni con il filo spinato e 500 agenti delle forze dell’ordine schierati in tenuta anti-sommossa. L’obiettivo era impedire ai manifestanti di raggiungere il cantiere. Non avevano alcuna intenzione di arrendersi. Hanno provato a rompere le recinzioni e ad entrare nel cuore de ‘La Maddalena’, a deviare l’ingresso principale e tagliare per i boschi, o a distruggere la cancellata.
L’assalto al cantiere
I manifestanti partiti dal presidio di Venaus hanno raggiunto e violato la zona rossa, hanno aperto la cancellata e sono arrivati al cantiere di Chiomonte. A cercare di fermare l’assalto le forze dell’ordine. Hanno lanciato pietre, petardi e bombe carta verso la polizia, che ha risposto con lacrimogeni. Nell’assalto al cantiere è rimasto ferito un agente, mentre tra i manifestanti 48 persone sono state denunciate. “Nessuna tolleranza per teppisti e delinquenti. La Tav si farà, indietro non si torna”, ha detto il ministro dell’Interno, e leader del Carroccio, Matteo Salvini. La manifestazione era iniziata pacificamente. Poi il corteo si è diviso: una parte è rimasta lungo lo strada principale, l’altra ha imboccato i sentieri di montagna decisa ad entrare nel cantiere.
La rabbia contro i grillini
Tra i ‘nuovi nemici’ dei manifestanti ci sono i pentastellati, colpevoli di non aver bloccato le opere nonostante le promesse elettorali. “Avevamo detto che avremmo portato più gente possibile al cantiere, per far vedere a tutti da vicino contro cosa lottiamo e lo abbiamo fatto, con grande impegno. A differenza di tanti, il movimento No Tav mantiene sempre le sue promesse”, hanno fatto sapere i No Tav dl loro portale con un chiaro riferimento al M5S. “Eravamo veramente tanti, sorridenti e determinati a ribadire che nonostante le parole di Conte e il voltafaccia delle stelle al governo, non ci saremmo fermati neanche un attimo, come avviene da tutti questi anni. Tanti pensavano di poter chiudere il capitolo della lotta No Tav. Hanno fatto male i loro conti”, hanno concluso.