ROMA – La Alan Kurdi, della ong tedesca Sea eye che ha fatto salire mercoledì mattina 40 migranti a bordo, dopo averli salvati da un gommone nella zona Sar del Mediterraneo, non andrà in Libia. Nonostante l’offerta ricevuta dalla Guardia costiera libica ha risposto che “non riporteremo nessuno in Libia” per “l’insicurezza del porto”
No a un Paese di guerra
“Noi obbediremo al diritto internazionale – hanno riferito dalla Alan Kurdi – e non riporteremo nessuno in un paese in guerra. La Libia non è un porto sicuro”, Questa la risposta nonostante abbiano ricevuto, tramite una mail la notifica del divieto di ingresso in acque italiane.
Il divieto è a firma del Ministro dell’Interno Matteo Salvini e della Difesa, Elisabetta Trenta, come del resto previsto dal decreto sicurezza bis.
Ora la nave si dirige verso nord e attende che si trovi una “una soluzione negoziata per l’accoglienza dei 40 migranti”.
Il salvataggio
“Chiederemo alle autorità competenti – ha detto il portavoce della Sea Eye Gorden Isler – di assegnarci un porto sicuro. Geograficamente, Lampedusa è il più vicino”. Invece alla nave è stata proposta la Libia.
Tra i migranti sulla Alan Kurdi anche un neonato, due bambini piccoli e due donne, di cui una incinta.