ROMA – Zero esuberi e produzione nello stabilimento di Novi Ligure: è l’accordo raggiunto per Pernigotti al tavolo al Mise presieduto dal ministro Luigi Di Maio, cui hanno partecipato i rappresentanti delle aziende coinvolte, l’advisor Sernet, i sindacati e gli enti locali. Il piano di reindustrializzazione conta su due italiani. La cooperativa torinese Spes, che rileverà il ramo d’azienda che produce il cioccolato e il torrone, e l’imprenditore Giordano Emendatori, che rileverà, invece, il ramo relativo ai preparati per i gelati. Mentre il marchio resta ai turchi di Toksoz.
L’accordo per il salvataggio di Pernigotti
“Pernigotti è una crisi nata sotto questo governo ed è stato raggiunto un accordo in tempi record”, festeggia Di Maio. Che sottolinea: “Se il marchio Pernigotti è grande nel mondo è grazie ai lavoratori. E oggi i lavoratori della Pernigotti continueranno a lavorare tutti sia per Pernigotti sia per altri marchi. Questo significa che possiamo aumentare l’occupazione”. L’accordo è stato raggiunto a meno di un anno di distanza dall’annuncio da parte della proprietà turca di voler fermare le attività del sito piemontese.
I termini dell’accordo
L’impresa sociale cooperativa gruppo Spes ha proposto un piano industriale che prevede un’esclusiva pluriennale di produzione e l’assorbimento occupazionale di circa 50 lavoratori già nel 2019. Con una previsione di sviluppo di nuovi prodotti e mercati nel triennio 2020-2023. L’accordo con Emendatori prevede la cessione del marchio ‘Maestro gelatieri’ con le strutture commerciali, che impiegano 21 dipendenti, quelle produttive che ne hanno 15, e un’inizio di produzione fissato al 1 ottobre 2019. Con entrambi sono stati firmati gli accordi preliminari, ma il contratto deve essere formalizzato entro il 30 settembre.
Gli obiettivi di Spes
I prossimi obiettivi di Spes – sostiene l’azienda in una nota -, ferma restando la conferma di Pernigotti a concedere le garanzie per l’esclusiva decennale, sono: cercare un accordo con Emendatori per una produzione unitaria del sito. Anche attraverso la creazione di una NewCo impresa sociale; presentare il progetto di piano industriale alle parti sociali; concretizzare l’impegno delle istituzioni, in particolare Mise e Regione Piemonte, rispetto agli investimenti per la reindustrializzazione”. Insomma, restano da definire ancora alcuni punti. E la Regione, come dice il governatore piemontese, Alberto Cirio, “ha fatto la sua parte e continuerà a presidiare. Vigilando fino a quando questo accordo preliminare non sarà definitivo”.
(AWE/LaPresse/di Antonella Scutiero)