GERUSALEMME – Incidenti questa mattina fra islamici e polizia israeliana al termine delle preghiere per la ‘Festa del sacrificio’ con decine di feriti.
I disordini
Gli scontri si sono verificati al termine delle preghiere e gli agenti hanno provveduto a disperdere i facinorosi. Per non inasprire gli animi, la polizia aveva sbarrato l’ingresso alla Spianata ai fedeli ebrei, ma non è servito ad evitare gli incidenti
Cos’è la festa del sacrificio
La festa del sacrificio viene celebrata ogni anno nel mese lunare islamico di ‘Dhū l Hijja’, in cui ha luogo il pellegrinaggio, Hajj. Spesso viene anche detta īd al-kabīr o “festa grande”), in essa si fa memoria, attraverso parole e gesti di un sacrificio particolare, quello di Abramo.
Il Corano
Racconta brevemente la vicenda del sacrificio di Abramo nella sura, facendola precedere da un riassunto della sua vita, da quando si accostò a Dio con cuore puro (il Corano sottolinea più volte come egli fosse un uomo hanif sincero per questo ricevette la guida divina. “Siamo Noi che conducemmo Abramo sulla retta via, Noi che lo conoscevamo… e poi ricevuta la consapevolezza dell’unicità divina la testimoniò al padre in parole e azioni”.
Il sacrificio
Questo far precedere il racconto del sacrificio dalla narrazione delle vicende delle sua lotta contro il politeismo, lo inquadra in una vita di grande fede mostrando come le prove non si superino di botto, per una disposizione alla santità improvvisa, ma esigano una maturazione nel tempo, nella quotidianità, attraverso tante esperienze di vita sia felici che dolorose. L’affermazione della fede monoteistica e la sostituzione dei sacrifici umani con quelli animali.
Proprio nel racconto di questo primo sacrificio ci appare come l’interpretare il senso del sacrificio non sia stato facile dall’inizio, c’è in esso una possibile ambiguità che porta a credere che sia la cosa sacrificata ad essere gradita a Dio mentre, come dice il versetto coranico, Dio accetta solo da parte di coloro che lo temono.