ROMA – Passa tra le crepe interne a Pd e M5S la strada (decisamente in salita) per una nuova maggioranza giallorossa. Nicola Zingaretti non intende rimuovere il veto messo da giorni sul Conte bis. I pentastellati aspettano che scada quello che definiscono ‘l’ultimatum’ imposto venerdì sera da Luigi Di Maio al segretario dem (sono disposti ad aspettare fino a domattina) non intendendo in alcun modo ‘trattare’ sul nome dell’ex premier, “sul ‘taglia-poltrone’ a settembre e sugli altri nove punti del decalogo” enunciati al Quirinale. Di più. Gli uomini vicini a Luigi Di Maio – a dispetto delle richieste di chiarezza arrivate dal Nazareno – non smettono di sottolineare come ancora frequenti siano i contatti con la Lega.
A chiudere il ‘secondo forno’ senza mezzi termini è, in realtà, solo chi è al centro delle trattative tra i due partiti. “Quella del governo giallo-verde è una stagione per me chiusa, che, per quanto mi riguarda, non si potrà riaprire più”, dice Conte prima di partecipare al G7 di Biarritz. Il premier dimissionario prova a mantenere quel profilo istituzionale scelto per il suo discorso di addio, martedì, nell’aula del Senato: un Conte bis? “Non credo che sia una questione di persone, è una questione di programmi – dice – Serve un grande progetto riformatore, le persone sono secondarie”.
Se l’ulteriore smarcamento non convince Zingaretti, ad aprire sono i renziani: “Le parole di Conte aiutano a fare chiarezza. Bene che l’esperienza con la Lega sia finita e non ripetibile. Accolgo il suo invito a lavorare ad un progetto riformatore e a non fermarsi sui nomi”, commenta Andrea Marcucci. “Ci sono cose percorribili e altre no”, è invece l’idea del vicesegraterio Andrea Orlando.
I contatti tra dem e pentastellati vanno avanti
Le riunioni all’interno dei due partiti si susseguono frenetiche. Se il Nazareno lavora a un nome terzo (o al massimo a concedere il nulla osta a Fico per la premiership) e non esclude che si possa tornare “molto laicamente” – per dirla con Orlando – al voto, Renzi invita tutti alla “responsabilità” e a non cedere agli interessi personali che porterebbero a far tornare in partita Salvini “ora nell’angolo e quasi ko”.
Sul fronte pentastellato Di Maio ha a che fare con il malcontento interno e quello della base, la giornata clou, viene spiegato, dovrebbe essere quella di lunedì, ma non è escluso che già domani si sblocchi qualcosa.
Anche Matteo Salvini si sente ancora della partita
“Mai arrendersi, mai”, twitta sibillino postando la foto di un tramonto romano. E rumors di palazzo non escludono che possa esserci un faccia a faccia tra i due vicepremier se Di Maio dovesse cedere a chi lo invita a non fidarsi del Pd e di Renzi. (LaPresse)