La domanda sorge spontanea: Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli avrebbero controfirmato, come hanno fatto adesso, il no all’ingresso dell’Alan Kurdi, deciso da Matteo Salvini, anche nel governo che si sta per formare con il Pd? Probabilmente no, anche perché è difficile immaginare nel futuro esecutivo di nuovo i due ministri grillini. Ad ogni modo adesso, i capi dei dicasteri di Difesa e Trasporti, ancora in carica, lo hanno fatto, tracciando una diversità di veduta netta con il Partito Democratico.
La nave che ha soccorso ieri 13 migranti, che si stava dirigendo verso Lampedusa, è stata bloccata.
Resta il cambio di linea che, a quanto pare, i pentastellati dovranno mettere in pratica se vogliono andare fino in fondo con i dem. Nicola Zingaretti non vuole lo stesso approccio sulla gestione dei migranti deciso dal Carroccio nel precedente governo. Il Pd è per l’accoglienza.
Una mutazione così forte, che i grillini dovrebbero concretizzare, preoccupa Luigi Di Maio. Da qui il suo aut aut sui punti del programma e sul non rimangiarsi quanto fatto nei precedenti 14 mesi (come per i decreti sicurezza): cancellando tutto, quell’altro po’ di coerenza tanto prodigata e rimasta dopo questi giorni di trattativa con il centrosinistra andrebbe a farsi benedire.
La situazione è stata subito commentata da Salvini: “Se il Pd vuole riaprire i porti e far ricominciare il business dell’immigrazione clandestina, lo dica agli italiani”.