Conte prova a smarcarsi dai Cinque Stelle: “Non sono un loro iscritto”. Tra martedì e mercoledì i risultati della trattativi tra grillini e dem

Salvini continua ad invocare le elezioni

Foto Filippo Attili / Palazzo Chig i/ LaPresse in foto Giuseppe Conte

Ha scelto la festa del Fatto Quotidiano, alla Versiliana, Giuseppe Conte per rompere il silenzio e parlare della trattativa in corso tra Movimento 5 Stelle e Pd. Il lavoro tra i due schieramenti, ha spiegato il premier incaricato, dovrebbe concludersi tra martedì e mercoledì.

Il nodo da sciogliere è la posizione di Luigi Di Maio nel futuro esecutivo. Questione connessa alla figura proprio di Conte: se l’avvocato viene considerato un esponente de Cinque Stelle, la carica di numero due dovrebbe essere affidata, per una logica di equilibri, ad un dem. A risolvere il rompicapo ci ha provato direttamente il pugliese: “Definirmi M5s è inappropriato. Bisogna attenersi ad alcuni dati di fatto oggettivi. Io non sono iscritto al M5S, non partecipo alle riunioni del gruppo dirigente politico, non ho mai incontrato i gruppi parlamentari, anzi mi piacerebbe farlo per spiegare il programma. Resta il dato che c’è molta vicinanza, li conosco da tempo, lavoro con il M5S molto bene e il Movimento mi ha designato come ministro”. Se si tornerà a vedere il presidente del Consiglio come figura terza, Di Maio potrebbe ottenere di nuovo una delle due poltrone di vicepremier.

Di scranni, però, Conte non vuole parlare: “Al centro adesso ci sono i programmi”. Ci sono temi vitali da trattare, come l’immigrazione. “Chi sbarca in Italia sbarca in Europa. Detto questo, non sarebbe affatto saggio pensare che non occorra perseguire una politica seria, rigorosa sull’immigrazione”.

La situazione, a distanza, viene monitorata da Matteo Salvini. Il leader del Carroccio continua ad invocare le urne.

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