ROMA – Matteo Salvini è già sulle barricate, pronto a “riprendersi” il Paese. Negli stessi minuti in cui Luigi Di Maio annuncia in conferenza stampa le percentuali bulgare con cui i cittadini pentastellati hanno benedetto il governo giallorosso, in diretta Facebook il Capitano rivela quanto sia felice di stare fuori dal “vergognoso mercato delle vacche”.
Salvini affila le armi
Le tappe della sua azione di lotta sono segnate: il 15 settembre sarà a Pontida, poi ci sarà la grande manifestazione a Roma del 28 ottobre. Prima, durante e dopo sarà nelle Regioni che andranno a elezioni. Appuntamento venerdì 6 settembre a San Gemini, in provincia di Terni: “Perché l’Umbria merita di più rispetto ai corrotti e agli incapaci che hanno governato da quelle parti”.
Le regionali in Umbria
Dopo lo scandalo che ha colpito la governatrice del Pd Catiuscia Marini, dimissionaria dopo gli arresti nell’inchiesta sulla sanità, nella Regione si vota domenica 27 ottobre. Ma a breve, tra novembre e dicembre, saranno chiamati alle urne anche i cittadini della Calabria e dell’Emilia Romagna. Il leader del Carroccio già affila le armi: “A meno che non le annullino”, provoca. “Ci siamo, non possono cancellare la democrazia, non possono cancellare tutte le elezioni”.
La Lega scende in campo all’opposizione
La Lega torna sul territorio e chiama in campo il suo piccolo esercito di sindaci, consiglieri comunali, consiglieri regionali, governatori. “Tutti pronti a lavorare un’ora in più al giorno per difendere il Paese, le case degli italiani, i confini”. Promette rumore, e tanto. Paese per paese, valle per valle, città per città. Da Nord a Sud, passando per il centro, “non permetteremo che il governo degli orrori smonti il lavoro di un anno di fatica”.
Salvini si prepara
Salvini è convinto che il nuovo esecutivo non andrà lontano. Troppi disaccordi, troppo astio nei suoi confronti. Siede sulla riva del fiume e attende: “Il partito della poltrona ha segnato un goal su un rigore fischiato generosamente dall’arbitro, ma la partita è lunga. Parola d’onore: noi vinciamo”.
(LaPresse/di Maria Elena Ribezzo)