Da partito di anti-sistema, a compagine pronta a fare accordi per restare al potere. La giustificazione usata è che per cambiare, per migliorare il territorio bisogna avere in mano la leva del governo. Il problema, però, è a quale costo. Per il momento, quello pagato dal Movimento 5 Stelle a livello nazionale è stato prima l’alleanza con la Lega e poi quella col Pd.
Finora le logiche di governo non avevano inciso sui principi ‘duri e puri’ che resistevano in chiave locale. Adesso invece Luigi Di Maio sembra voler dare una sterzata decisiva, un cambio netto alla genetica dei pentastellati avallata anche da Beppe Grillo: alleanze con i ‘dem’ anche alle Regionali. E il banco di prova dovrebbe essere il voto umbro di ottobre.
Anche in questo caso, come accaduto per il Conte-bis, l’ultima decisione tocca alla piattaforma Rousseau: i militanti grillini sono chiamati a volare sull’eventuale patto con il Pd per le regionali.
Domani le urne online, riservate soltanto agli iscritti da almeno sei mesi al Movimento, saranno aperte dalle 10 alle 19. Si deciderà sul cosiddetto ‘patto civico per l’Umbria’ “ovvero sulla possibilità di sostenere alle Regionali un confidato presidente civico con il sostegno di altre forza politiche”.
Il centrodestra, invece, ha già da tempo individuato il proprio candidato: è Donatella Tesei della Lega, che, oltre al sostegno di Fi e Fdi ha incassato pure l’appoggio del neonato partito fondato da Toti, governatore della Liguria.