Aiuto al suicidio: per la Corte Costituzionale è lecito

Bisognerà comunque rispettare uno specifico procedimento e diverse condizioni

Photo Lapresse/ Stefano Cavicchi

ROMA – È lecito l’aiuto al suicidio nei casi come quelli del Dj Fabo. È stata la Corte Costituzionale a stabilirlo sancendo la non punibilità ai sensi dell’articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni. Nello specifico, si legge, nei confronti di “chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli”.

La decisione sui casi di aiuto al suicidio

La Corte Costituzionale ha poi “subordinato la non punibilità al rispetto delle modalità previste dalla normativa sul consenso informato, sulle cure palliative e sulla sedazione profonda continua e alla verifica sia delle condizioni richieste sia delle modalità di esecuzione da parte di una struttura pubblica del Ssn, sentito il parere del comitato etico territorialmente competente”. Bisognerà dunque evitare il rischio che vengano effettuati abusi nei confronti di persone di per sé già vulnerabili. Non sono mancate le polemiche.

Le reazioni

“Almeno 4mila medici cattolici – ha detto Giuseppe Battimelli, vicepresidente dell’Associazione medici cattolici italiani – sono pronti a fare obiezione di coscienza nel caso in cui, a seguito della pronuncia della Consulta, il Parlamento italiano legiferasse a favore del suicidio medicalmente assistito”. Diverso il parere della Federazione nazionale medici che ha chiesto che ad avviare formalmente la procedura del suicidio assistito sia un pubblico ufficiale rappresentante dello Stato e non un medico. Soddisfazione e un grosso sospiro di sollievo per Marco Cappato, colui che aveva aiutato Dj Fabo nella scelta di recarsi all’estero per porre fine alle sue sofferenze: “La Consulta – ha detto – ha deciso: chi è nella condizioni di Fabo ha diritto a essere aiutato. Da oggi siamo tutti più liberi, anche chi non è d’accordo. È una vittoria della disobbedienza civile, mentre i partiti giravano la testa dall’altra parte. Vi aspetto al Congresso dell’Associazione Coscioni”.

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