E’ stato motivo di scontro e di tensione nel precedente governo. E la manovra per scongiurare l’aumento dell’Iva, con tutta probabilità, lo sarà anche nel nuovo.
Tutto (o quasi) è legato al deficit: il lavoro sottotraccia fatto da Giuseppe Conte e Paolo Gentiloni è teso a raggiungere il 2,3%. Significa che l’Italia potrebbe sfruttare 13 miliardi di flessibilità. Una cifra giusta per non far scattare la clausola di salvaguardia e applicare nei limiti del possibile una manovra espansiva.
Per far cassa l’esecutivo punta ai tagli ai ministeri e ad un ritocco alle aliquote Iva. La ricetta, l’ha sciorinata il capo di Bankitalia, Ignazio Visco: “Le misure della Bce sono adeguate, la prudenza è controproducente. Agire sulla spesa, aumentare gli investimenti e ridurre il peso del fisco”.
L’appuntamento fondamentale è dopodomani al Consiglio dei ministri. Bisognerà mettere nero su bianco la linea da seguire. E serve tracciarlo tra i principi dei grillini, più tesi assistenzialismo, e quelli dem che vogliono ridurre il cuneo fiscale per le imprese, con l’aumento dei salari.
Leu vuole più soldi per sanità e scuola. Italia Viva di Renzi, invece, chiede un miliardo da investire nelle famiglie. E la lista dei desideri potrebbe continuare al lungo. Il Cdm di domani sceglierà (dovrebbe provarci) quali realizzare e quali cestinare.