Presunti fondi russi alla Lega, spunta un ‘pizzino’ che rafforza le tesi della procura di Milano e rilancia il caso Russiagate. Una sorta di schema, messo nero su bianco, condiviso in chat e recuperato dagli investigatori, utile a capire in che modo i 65 mln di dollari sarebbero dovuti entrare nelle casse del carroccio.
L’incontro moscovita
Risale al 18 ottobre del 2018 e ha visto protagonisti l’avvocato Gianluca Meranda, il consulente bancario Francesco Vannucci e l’ex portavoce della Lega Gianluca Savoini e tre funzionari russi che si sarebbero incontrati al Metropol di Mosca per discutere della compravendita di gasolio russo scontato con l’intento di far confluire nelle casse della Lega 65mln di dollari.
Il ‘pizzino’
Un foglio che sarebbe stato scritto a penna da Meranda, screenshottato e condiviso in chat con Vannucci e Savoini proprio durante l’incontro al Metropol, diventa una nuova prova nel caso Russiagate. Il ‘pizzino’, recuperato dai cellulari dei protagonisti, spiega le cifre dell’accordo con tanto di percentuali da dividere col partito di Matteo Salvini: 4 per cento al partito di via Bellerio, 6 per cento ai russi. La somma totale da spartire avrebbe avuto un valore di circa 1,5 mld di dollari.
L’audio
La prova scritta si aggiunge a quella audio già in possesso degli inquirenti nel caso russiagate: il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e i pm Sergio Spadaro e Gaetano Ruta. La Guardia di Finanza avrebbe tentato di recuperare altro materiale dalle chat di Savoini sulla app Wickr, ma l’ex portavoce leghista non ha voluto fornire le password.