Istat rivede al rialzo il Pil al +0,1% nel II trimestre

Il Pil italiano, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato nel secondo trimestre del 2019 dello 0,1% sia rispetto al trimestre precedente, sia nei confronti dello stesso periodo del 2018

(140630) -- ROME, June 30, 2014 (Xinhua) -- Customers buy food in a supermarket in Rome, Italy, on June 30, 2014. Data from Italian national statistics agency Istat showed that inflation in Italy was 0.3% in June, the lowest record since October 2009. Low inflation figure indicating very weak domestic demand has triggered nationwide concerns over Italian economy.(Xinhua/Xu Nizhi)

MILANO – Istat rivede al rialzo il Pil al +0,1% nel II trimestre. Il Pil italiano, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato nel secondo trimestre del 2019 dello 0,1%. Sia rispetto al trimestre precedente, sia nei confronti dello stesso periodo del 2018. Lo riferisce l’Istat, che ha corretto al rialzo la stima. Dopo che, il 30 agosto scorso, aveva diffuso una stima che calcolava una crescita zero nel secondo trimestre sui tre mesi precedenti e una flessione dello 0,1% su base annua.

Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna registrano aumenti. Con una crescita dello 0,1% dei consumi finali nazionali e dello 0,4% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono cresciute, rispettivamente, dello 0,9% e dell’1,2%.

La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per +0,1 punti percentuali alla crescita del Pil. Con apporti nulli sia dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private Isp, sia della spesa delle Amministrazioni Pubbliche (Ap) e di +0,1 punti degli investimenti fissi lordi. Il contributo della domanda estera netta è stato positivo per 0,1 punti percentuali. Per contro la variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del Pil per 0,2 punti percentuali.

L’istituto statistico registra andamenti trimestrali negativi per il valore aggiunto dell’agricoltura e dell’industria, con diminuzioni, rispettivamente, dell’1,3% e dello 0,5%, mentre il valore aggiunto dei servizi è cresciuto dello 0,3%.

(AWE/LaPresse)

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