Siria, Erdogan e Isis attaccano le forze curdo-siriane a Tal Abyad

Trump: "Iniziativa sbagliata". Conte: "Può destabilizzare il medio-oriente"

LAPRESSE / AFP

ROMA – Cellule dell’Isis e Turchia attaccano a Tal Abyad le forze curdo-siriane. Ma dal fronte anti-Erdogan comunicano di aver respinto l’offensiva di terra sul confine settentrionale della Siria.

“L’attacco – scrive su Twitter il portavoce dell’Fds, Mustefa Bali – è stato respinto dai nostri combattenti nella regione di Tal Abyad”. Il bilancio, dopo il bombardamento, è di 15 morti, di cui 8 civili.

L’attacco

Si è concretizzato nella zona nord-est della Siria, prima via aerea con i jet F-16 di Ankara che hanno colpito gli obiettivi delle milizie Ypg a Ras al-Ayn. Successivamente è partita l’artiglieria di terra su Tal Abyad.

Al confine tra le forze di terra di Erdogan c’erano ecine di blindati,  5mila soldati delle forze speciali d’assalto e 18mila combattenti arabi e turcomanni dell’esercito siriano libero cooptati da Ankara.

L’annuncio

“Le forze militari – ha annunciato il  ministero della Difesa turco, citato dall’agenzia Anadolu -, hanno colpito finora 181 postazioni appartenenti alle organizzazioni terroristiche (il riferimento è ai curdi, ndr.) nel nordest della Siria come parte dell’operazione ‘fonte di pace’”

Le condanne

Unanime condanna dal mondo sull’attacco della Turchia in Siria: dall’Ue all’Onu fino a Russia e Iran, i partner turchi nei negoziati di Astana sulla Siria. Donald Trump, da parte sua, ha definito l’offensiva “una cattiva idea”. Trump ha detto di sperare che “Erdogan agisca in modo razionale e umano” e che se lo farà in modo ingiusto “pagherà un prezzo economico enorme”.

Disapprova anche l’Arabia Saudita e l’Egitto, che ha chiesto una riunione urgente della Lega Araba.  

Conte: iniziative destabilizzanti 

L’Italia, per bocca del premier Conte, si oppone all’intervento turco dichiarandosi preoccupata  “per iniziative che possono portare ad un’ulteriore destabilizzazione della regione”. E Di Maio ha aggiunto: “Nessuna risposta militare può rappresentare una soluzione alla crisi in corso e azioni unilaterali rischiano solo di pregiudicare i risultati raggiunti nella lotta contro la minaccia terroristica, a cui l’Italia ha dato un significativo contributo nell’ambito della Coalizione anti-Isis”.

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