ROMA – Diverse le ricette presentate dai sindacati al tavolo col governo per discutere di pensioni. Ma il nodo fondamentale rimane l’adeguamento degli assegni. La rivalutazione -dicono Cgil, Cisl e Uil- deve essere immediata e passare per tre leve: “quella fiscale, quella dell’adeguamento della quattordicesima fino alle pensioni di 1.500 euro (mentre ora riguarda quelle fino a 1.000), e quella dell’indicizzazione”, spiega il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli.
L’incontro
All’incontro sono presenti, oltre ai tre confederali, il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta e il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo. Il Governo annuncia la prossima riapertura della commissione sui lavori gravosi e di quella sulla separazione previdenza-assistenza, ma i sindacati chiedono un deciso cambio di passo per i pensionati già dalla manovra di quest’anno.
La legge di Bilancio
La scorsa legge di Bilancio ha portato da cinque a sette le fasce per una rivalutazione via via più attenuata, con nuove percentuali di rivalutazione (dal 100% a scendere fino al 40%). Secondo lo schema in vigore, valido fino al 2021, l’indicizzazione è piena solo per le pensioni di importo fino a 3 volte il minimo, cioé 1.522 euro. I sindacati hanno protestato in più occasioni contro il provvedimento, e giudicano un intervento correttivo non più prorogabile. Al tavolo partito in via Veneto, tutti sanno che il nodo sta nelle coperture e, non a caso, dall’Esecutivo per ora non arrivano certezze.
La rivalutazione delle pensioni
“Ancora mancano scelte e impegni chiari su tema previdenza”, evidenzia Domenico Proietti, segretario confederale Uil, secondo il quale la priorità è “un segnale ben preciso ai pensionati che passi per la rivalutazione delle pensioni, a modello pre-Fornero, e l’adeguamento della quattordicesima per le pensioni fino a 1.500 euro”.
‘Quota 100’
Infine sul fronte Quota 100, i sindacati sono soddisfatti per la sua conferma (sarà in vigore anche per il 2020 e ’21, poi si dovrebbe passare ad uno schema diverso, probabilmente meno generoso). Ma viene chiesta più attenzione alle donne: “Le vere vittime rispetto alla legislazione previdenziale dal 2009 al 2011 sono loro. E Quota 100 non è stata sicuramente un’amica delle donne”, dice Ignazio Ganga, della Cisl -. Per questo bisogna mitigare le debolezze che Quota 100 presenta”. E una delle proposte sul tappeto è di portare da 38 a 36 anni la contribuzione per lanciare una sorta di ‘Quota 100 rosa’.
(LaPresse/di Alessandra Lemme)