MILANO – C’è anche il palazzo della compagnia dell’elettricità Enel tra gli edifici incendiati nel centro di Santiago del Cile nella notte, nel corso delle violente proteste popolari scatenate dall’aumento del prezzo dei trasporti pubblici. La compagnia ha scritto su Twitter che “verso le 22 un gruppo di ignoti ha attaccato le strutture dell’edificio della compagnia, in particolare la scala d’emergenza. Subito i lavoratori sono stati evacuati e trasferiti in un luogo sicuro, senza che ci fossero persone ferite. Enel è profondamente dispiaciuta per le gravi violenze”.
I tafferugli
L’incendio è poi stato domato dai vigili del fuoco. Gli scontri sono stati violenti nella notte nella capitale cilena, dove è anche stata incendiata una sede di Banco Chile. Un supermercato, ha riferito AFP, è stato saccheggiato e varie stazione della metropolitana sono state attaccate con cocktail Molotov.
La situazione
Il presidente Sebastian Pinera ha decretato venerdì sera lo stato d’emergenza nella capitale, affidando la responsabilità di garantire la sicurezza dopo una giornata di violenze e scontri. La misura è inizialmente in vigore per 15 giorni. Intanto anche le partite di calcio sono state sospese nel fine settimana dalla federcalcio locale. Secondo le autorità almeno 16 autobus sono stati incendiati e una decina di stazioni della metro totalmente distrutte, mentre 180 persone sono state arrestate e 57 poliziotti feriti. Le fermate della metropolitana sono state chiuse. La metro, la più estesa e moderna del Sudamerica con 140 chilometri di estensione, su cui viaggiano 3 milioni di persone al giorno, dovrebbe restare chiusa nel fine settimana e riaprire progressivamente la prossima settimana.
La Presse