Sì all’ampliamento della clinica Pineta Grande in cambio di posti di lavoro

E' quanto evidenziato nell'inchiesta su presunte condotte illecite

Tra il 2014 e il 2015 dal Consiglio comunale le delibere per l’ampliamento di Pineta Grande. Ma ad innescare quegli atti, sostengono i carabinieri, ci sarebbero state “dinamiche illecite” messe nero su bianco in un’informativa del maggio scorso, allegata alla richiesta di sequestro della nuova ala in costruzione della clinica. Nel periodo successivo agli atti votati dall’Assise, relativi al primo e al secondo ampliamento, i militari dell’Arma del Nucleo investigativo di Caserta hanno evidenziato l’assunzione presso la struttura sanitaria di Vincenzo Schiavone (o in altre società a lui connesse) “di parenti o di persone legate all’amministrazione comunale”.

Dimitri Russo
Dimitri Russo

A beneficiare dei posti di lavoro sarebbero stati due esponenti della giunta, all’epoca guidata da Dimitri Russo, e un consigliere di maggioranza. “Sono state fatte assunzioni richieste da Francesco Traettino (ex vicesindaco), che ha votato favorevolmente le tre delibere consiliari, presso imprese impegnate nei lavori di realizzazione dell’ampliamento”. “E’ stata assunta – hanno annotato gli investigatori – la sorella del consigliere comunale di maggioranza, Concetta Anastasia Petrella (da giugno eletta in minoranza, ndr), che ha votato favorevolmente le tre delibere.

Vincenzo Schiavone
Vincenzo Schiavone

E’ stata assunta la moglie dell’ex consigliere di maggioranza Giuliano Villano”. “Emergono – hanno aggiunto i carabinieri, coordinati dai pm Vincenzo Quaranta e Giacomo Urbano – assunzioni indicate ” pure direttamente dal sindaco, “anche se allo stato non è stato possibile individuare i relativi beneficiari”. Non solo politici: sarebbero stati assunti anche familiari del personale amministrativo “in servizio presso l’Ufficio tecnico e l’Ufficio sanità di Castelvolturno” (Russo, Petrella, Traettino e Villano non risultano indagati e sono innocenti fino a prova contraria).

Anastasia Petrella
Anastasia Petrella

La tesi dei militari, tutta ancora da dimostrare e ad oggi al vaglio dei pm, è che le assunzioni avrebbero rappresentato quelle “dinamiche illecite” messe in atto per approvare i documenti necessari per l’allargamento della struttura. E mentre Vincenzo Schiavone, patron della clinica, hanno ricostruito i magistrati, agiva per far filare tutto liscio con il Comune, parallelamente avrebbe esercitato la sua influenza anche sulla struttura commissariale della sanità regionale per ottenere le necessarie autorizzazione all’aumento dei posti letto.

Francesco Traettino
Francesco Traettino

Alla base dell’indagine sui lavori a Pineta Grande, realizzata dai carabinieri del Gruppo di Mondragone, guidati dal maggiore Loreto Biscardi, e del Nucleo investigativo di Caserta, diretti dal tenente colonnello Nicola Mirante, ci sono proprio i permessi rilasciati a Schiavone dal Comune e dalla Regione ritenuti illeciti, una tesi che ha portato il gip Alessandra Grammatica, lo scorso 18 settembre, a sequestrare il cantiere che stava ampliando la struttura. Contro tale provvedimento Schiavone (da anni sotto scorta per le sue denunce contro la camorra locale), assistito dall’avvocato Giuseppe Stellato, ha presentato ricorso al Riesame.

Giuliano Villano
Giuliano Villano

Nei prossimi giorni i giudici di S. Maria Capua Vetere decideranno se confermare o annullare i sigilli. Al momento al patron di Pineta Grande vengono contestati soltanto presunte violazioni alle norme che regolano le attività edilizie (non sono state formalizzate ipotesi di corruzione). Nell’istanza di sequestro non risultano indagati né ex amministratori né dipendenti del Comune e della Regione. La vicenda assunzioni, tutta ancora da accertare, fa parte di un’inchiesta collegata al sequestro.

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