Siglato l’accordo tra Fca-Psa: nasce il quarto colosso mondiale

John Elkann (Foto Ivan Benedetto/LaPresse)

Siglato l’accordo tra Fca e Psa: nasce il nuovo colosso dell’automobile (quarto al mondo per auto vendute, oltre 8 milioni all’anno), il cui valore si aggira intorno ai 50 miliardi di dollari. Un’operazione oltre che finanziaria, di grande importanza strategica per i due marchi automobilistici, Fiat Chrysler Automobiles e Peugeot Citroen. Ottimi i riscontri in Borsa.

Il via libera

Si è avuto ieri direttamente dal consiglio di sorveglianza di Psa e dal consiglio di amministrazione di Fca. Nasce così l’accordo di fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e Peugeot Citroen. Il nuovo status prevede una New company che verrà controllata al 50% dagli azionisti dei due gruppi con Exor che controllerebbe il 29% di Fca e andrebbe ad acquisire il 14,5% diventando di fatto il primo azionista singolo. Peugeot, Dongfeng Motor e Bpi France otterranno all’incirca il 12,23% di Psa (19,5% dei diritti di voto), con 6,1% a testa della New company. Sarà un’intesa di base da negoziare e definire in tutti i dettagli nel giro di poche settimane.

L’organigramma

La sede del nuovo colosso sarà in Olanda, con a capo John Philip Jacob Elkann e Carlos Tavares come amministratore delegato. Il consiglio sarà formato da di 11 membri, 5 andranno agli italo americani, 5 ai francesi, più un undicesimo indipendente.

L’ok dei mercati

L’operazione ha mandato subito in fibrillazione le Borse: a Piazza Affari il titolo Fca ha concluso la seduta con un +9,53% a 12,87. Bene anche la holding Exor (+4,6% a 65 euro) e Parigi, Psa (+4,53% a 26 euro).

Le reazioni dei sindacati

Jean-Pierre Mercier, rappresentante del sindacato francese Cgt nel gruppo Psa ha commentato: “La fusione sarebbe nell’interesse degli azionisti. Noi non smetteremo di combattere per i nostri interessi, tutti devono esserne consapevoli”. E ha aggiunto: “L’operazione può mettere a rischio i posti di lavoro, gli stipendi, i diritti collettivi dei dipendenti in Francia e in Italia”. E Annamaria Furlan, della segretaria generale della Cisl, ammette: “Siamo davanti a una operazione davvero imponente, per l’azienda e per il Paese. Speriamo si riesca a concludere positivamente”. Per Marco Bentivogli di Fim “ci possono essere sovrapposizioni, ma un buon piano industriale di integrazione può superarle garantendo occupazione stabile in Italia”. Altalenanti i commenti di Michele De Palma, segretario nazionale Fiom, di Rocco Palombella di Uilm e di Roberto Di Maulo, segretario generale Fismic.

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