TARANTO – Dalle 7 di questa mattina è in corso lo sciopero di 24 ore indetto da Fim, Fiom e Uilm presso lo stabilimento ex Ilva di Taranto e negli altri stabilimenti del gruppo ArcelorMittal.
I lavoratori sono in presidio davanti l’azienda e da quanto si apprende dai sindacati il premier Giuseppe Conte è atteso nel pomeriggio a Taranto per un incontro.
La richiesta dei metalmeccanici è l’immediato ritiro della procedura di retrocessione dell’azienda, inoltre viene auspicato l’intervento del governo in modo che non venga concesso nessun alibi alla stessa per potersi disimpegnare. L’accordo del 6 settembre 2018 va rispettato poiché prevede la possibilità di portare a termine il piano ambientale nelle scadenze previste.
Secondo i sindacati la multinazionale violando l’accordo ha posto condizioni provocatorie e inaccettabili. La modifica del piano ambientale è l’argomento più grave insieme al ridimensionamento produttivo e alla richiesta di licenziamento per 5mila lavoratori.
Il segretario generale della Uilm dopo l’incontro di ieri sera ha spiegato: “Il Governo parla di allarme rosso ma non ha una idea precisa di cosa fare. L’azienda, tenendo fede a quanto scritto nella lettera di recesso, sta portando gli impianti al minimo della capacità di marcia. In queste condizioni entro fine mese ci sarà lo stop totale, compreso l’Afo2. Bisogna intervenire presto”
Il leader del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, si è soffermato molto sulla questione acciaieria e crede che l’azienda vada obbligata a restare.
Umberto Caiazzo