La Spagna vota per la quarta volta in 4 anni. Sanchez: “Fermiamo l’ultradestra Vox”

Il Paese torna domenica alle urne nella speranza di mettere fine allo stallo politico, sulla scia delle tensioni legate alla questione catalana

Oscar Del Pozo / AFP in foto Pedro Sanchez

MADRID – Gli spagnoli affrontano le quarte elezioni legislative in quattro anni. Mentre i sondaggi prevedono il rafforzamento del partito d’ultradestra Vox e il premier uscente Pedro Sanchez ha fatto appello ad arginare “lo spirito del franchismo”. Il Paese torna domenica alle urne nella speranza di mettere fine allo stallo politico, sulla scia delle tensioni legate alla questione catalana. Ed è facendo leva sulla collera contro i separatisti catalani, dopo le violente proteste di ottobre e le condanne carcerarie inflitte ai leader separatisti, che lo schieramento ultranazionalista Vox ha visto i sondaggi pronosticargli il raddoppiamento dei suoi seggi in Parlamento (attualmente 24). Potrebbe così diventare la terza forza politica del Paese.

Sanchez contro l’ultradestra Vox

In un segno del suo rafforzamento, Vox ha ottenuto giovedì il sostegno dei conservatori del Partito popolare (PP) e dei liberali di Ciudadanos all’adiozione al Parlamento della regione di Madrid di una mozione simbolica con cui vietare tutti i partiti indipendentisti. Vox era pressoché sconosciuto sino al 2018. Ma nelle elezioni dell’aprile scorso è entrato in Parlamento, nella più grande vittoria dell’estrema destra dalla fine della dittatura franchista nel 1975. “Se gli spagnoli ci appoggiano, non esiteremo a sospendere l’autonomia” della Catalogna, “vietare i partiti indipendentisti e far arretrare Quim Torra”, il presidente separatista catalano, ha affermato il leader di Vox, Santiago Abascal, chiudendo venerdì la campagna elettorale a Madrid. E se domenica ci saranno nuovi scontri in Catalogna, il suo partito potrebbe trarne ulteriore beneficio.

I sondaggi in Spagna

I sondaggi prevedono che lo schieramento xenofobo, antifemminista, antiLgbt e antieuropeo otterrà circa 50 seggi su 350. Il premier socialista uscente ha tentato così di mobilitare l’elettorato della sinistra, come già aveva fatto ad aprile scorso, chiedendogli di “affrontare il franchismo” e denunciando le alleanze con i conservatori. Secondo il politologo Miguel Requena Teruel il timore dell’ascesa di Vox è, in realtà, condiviso a destra e sinistra. I sondaggi prevedono che il PP rialzerà la testa dopo il crollo di aprile (66 deputati). Mentre il grande perdente potrebbe essere Ciudadanos, che non smette di confondere l’elettorato cambiando le proprie posizioni.

Le chance di Sanchez

Sanchez è dato nuovamente vincitore, ma non dovrebbe uscire rafforzato, mentre sperava di ottenere più dei 123 seggi avuti ad aprile. È stata l’incapacità del Psoe di trovare un accordo con Unidas Podemos (in calo, che ora potrebbe essere la quarta forza) a portare a nuove elezioni. L’instabilità politica, insomma, sembra destinata a non finire ancora per la Spagna. Né il blocco di sinistra (socialisti e sinistra radicale), né quello di destra (PP, Vox, Ciudadanos) paiono in grado di raggiungere una maggioranza con cui governare.

(LaPresse/AFP)

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