BANGKOK– Un cervo selvatico è stato trovato morto in Thailandia: nello stomaco aveva 7 chilogrammi di plastica. È solo l’ultimo caso di animali morti per aver ingerito rifiuti in plastica nel Paese, uno dei maggiori ‘consumatori’ del materiale. Ogni persona in Thailandia consuma sino a 3mila sacchetti in plastica cosiddetti monouso ogni anno. Molti animali marini sono stati trovati senza vita sulle coste, tra cui tartarughe e dugonghi, e le autopsie hanno individuato nelle cause della morte l’ingerimento di plastica, che inquina pesantemente le acque thailandesi. Ma muoiono anche gli animali che vivono sulla terraferma. Questa volta ha perso la vita il cervo di 10 anni, trovato in un parco nazionale nella provincia di Nan a nord di Bangkok. L’autopsia ha scoperto “sacchetti di plastica nel suo stomaco, una delle cause della morte”, ha spiegato Kriangsak Thanompun, direttore del Khun Sathan National Park.
L’emergenza
Nelle buste c’erano fondi di caffé, pacchetti di noodle istantanei, spazzatura, fazzoletti, biancheria intima, hanno mostrato le fotografie. Pochi mesi fa una cucciola di dugongo è morta per un’infezione peggiorata dai pezzi di plastica che aveva ingerito in Thailandia. L’animale, Mariam, è diventato online un simbolo della necessità di affrontare il problema dell’eccessivo uso e della diffusione di plastica in Thailandia. Vari grandi marchi retailer, tra cui i diffusi 7-Eleven, hanno promesso di smettere di distribuire sacchetti in plastica entro il gennaio del prossimo anno.
LaPresse