“La scrittura è alla base di tutto”

Intervista all’autore Emanuele Bosso: fuori il suo primo romanzo “Ricordati di me”

NAPOLI – Si intitola ‘Ricordati di me’ il primo romanzo di Emanuele Bosso, giovane scrittore napoletano che omaggia nel suo esordio letterario la cittadina irpina di Rocca San Felice. Un vero e proprio ‘luogo del cuore’ per l’autore 27enne, che ha trovato nella località in provincia di Avellino “la giusta solitudine e tranquillità, elementi necessari e perfetti per raccontare lo stato d’animo in cui far vivere Gabriele, protagonista del mio libro”.
Separato da sua moglie Silvia, il personaggio chiave di ‘Ricordati di me’ vive il dramma di non poter donare un figlio alla sua compagna, che per questo motivo si allontanerà da lui. Sarà l’incontro con Leonardo, un bimbo alla ricerca del calore di una famiglia, a cambiare per sempre la vita di Gabriele.

Una tematica forte, dolorosa, che lo scrittore ha saputo affrontare solo “immedesimandomi completamente nei miei personaggi. Ho scelto di narrare una storia profonda, anche se non mi appartiene. Una decisione nata dalla volontà di non raccontare qualcosa di scontato: quando si è giovani si viene spesso etichettati come scrittori ‘leggeri’, privi di contenuti. Avevo voglia al contrario di affrontare una tematica di spessore e dalla forte drammaticità, scavando nella psicologia dei miei personaggi. Non è stato semplice: per comprendere al meglio il dolore di Gabriele e Silvia ho intervistato coppie che hanno affrontato il problema di non poter avere figli. Allo stesso tempo, volevo indagare sullo stato d’animo di Leonardo, e quindi ho approfondito il tema dell’abbandono”.

Non solo: per la stesura della sua prima fatica letteraria, Bosso ha scelto di vivere appieno la comunità in cui ha ambientato il suo romanzo, trascorrendo a Rocca San Felice tutti i fine settimana per cinque anni. Una scelta compiuta “per raccontare al meglio il posto e vivere la quotidianità e la discrezione dei suoi abitanti. Tanto da diventare a poco a poco parte della cittadina, che mi ha accolto divenendo la mia seconda casa”. Un iter artistico e personale, che ha portato l’autore a un arricchimento innanzitutto personale. Come dimenticare il giorno in cui Bosso vide Riccardo, un bimbo che all’epoca aveva solo 10 anni, “nei cui occhi vidi il personaggio di Leonardo”. Un incontro fortuito “senza il quale questo libro forse non sarebbe mai nato. Nei ringraziamenti ho spiegato che quella narrata nel libro non è la sua storia, ma suoi sono gli occhi che me l’hanno suggerita. Ho preso tanto da lui: quel ragazzino di 10 anni che incontrai su un campo di calcio ha sconvolto per sempre la mia storia. E sono riuscito a trasmettere questa intensità anche ai lettori, secondo i quali Leonardo è il personaggio più riuscito del romanzo. É lui: il bimbo che salva l’adulto”. Oggi, ormai, Riccardo ha quasi 20 anni. Tra lui e lo scrittore, un’amicizia salda. Come quella con la scrittrice Valentina D’Urbano, curatrice della prefazione di ‘Ricordati di me’, rimasta colpita dalla storia raccontata da Bosso, da lei definito “scrittore a tutto tondo”.

Il libro ha avuto sin da subito un grande successo di pubblico, tanto da andare in ristampa in soli 40 giorni. Presentato a Napoli, L’Aquila, Casoria, Matera e, naturalmente a Rocca San Felice, a breve lo scrittore farà tappa anche a Palermo e a Roma.

Prezioso il confronto con i ragazzi, oggi poco invogliati alla lettura. “Quel che amo dire ai più giovani è che, riflettendoci, la scrittura è alla base di tutto, anche della serie tv spesso preferita a un buon libro. I due mondi non sono poi molto distanti come ci fanno credere”.
Emanuele dal suo account Instagram dà preziosi consigli di lettura ai suoi seguaci. Un vero e proprio “bookstagrammer”, a dimostrazione del possibile virtuoso utilizzo dei social.

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