Governo ai ferri corti, Orlando incalza Di Maio. E ora c’è il test Manovra

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 16-04-2015 Roma Politica Camera dei Deputati - Informativa del ministro dell'Interno sulla sparatoria al palazzo di Giustizia di Milano Nella foto Cosimo Maria Ferri (sottos. Giustizia), Andrea Orlando Photo Roberto Monaldo / LaPresse 16-04-2015 Rome (Italy) Chamber of Deputies - Report by the Interior minister on the shooting at the Palace of Justice in Milan In the photo Andrea Orlando

ROMA – Così facendo “si rischia il voto”. E’ quanto  dichiarato dal vicesegretario Pd Andrea Orlando in un’intervista. Un chiaro monito agli alleati per le continua fibrillazioni a cui stanno dando vita all’interno della colazione che appare sempre più spaccata.

L’invito a Di Maio

“La domanda è se Di Maio pensi di Conte ancora quello che pensava quando lo ha proposto premier. Perché in una coalizione, con forze molto diverse, il presidente del Consiglio è il punto di equilibrio. Se è venuta meno la fiducia sarebbe più onesto intellettualmente dirlo, così che si possano produrre altre forme di gestione delle tensioni”. E aggiunge: “Una maggioranza tiene quando ha un obiettivo forte. Dopo la manovra, o a gennaio, si ridetermineranno altri obiettivi aumentando l’ambizione riformista, o sarà la ‘verticite’ ad aumentare. È puerile cercare di dare la colpa agli altri. Quando non c’è un obiettivo condiviso le fibrillazioni sono inevitabili, anche se il Pd con forte spirito zen non ne ha prodotte”.

Urge chiarezza

“Il governo beneficerebbe di un chiarimento all’interno del M5S, il come sta a loro deciderlo – continua Orlando – La conflittualità sotto il pelo dell’acqua che registriamo, è più il riflesso di una sorta di congresso interno che di ricerca del consenso, o degli interessi del Paese”. E alla domanda di un eventuale cambio alla giuda dei 5S che potrebbe giovare al governo, risponde: “Non hanno interessi né Renzi a votare, né Di Maio a tornare con Salvini, il quale ha appena chiuso un accordo organico con Meloni e Berlusconi. Siamo sempre dentro il giochino delle minacce, della ricerca di visibilità e dei segnali indiretti. Senza rendersi conto che così si rischia di arrivare alle elezioni, quasi inavvertitamente”.

L’attacco a Renzi

“Penso abbia vinto l’Italia. La medaglia che dobbiamo appuntarci al petto è aver evitato l’aumento dell’Iva, che avrebbe portato alla recessione. Se c’è qualcuno che si consola con le medaglie di latta, si accomodi. L’idea che qualcuno voglia ridurre le tasse e altri no a prescindere, è una mistificazione. Il taglio più consistente sulle tasse lo abbiamo voluto e difeso noi ed è la riduzione di tre miliardi della tassazione sulla busta paga”.

Obiettivi centrati

E sugli obiettivi di questo governo con il dietrofront sulla sugar tax e plastic tax spiega: “Gli obiettivi fondamentali sono stati centrati, nonostante l’eredità pesantissima del governo precedente. Abbiamo evitato l’aumento dell’Iva, incrementato i trasferimenti ai comuni e la spesa sociale, per la sanità, gli asili nido e la non autosufficienza. Si è iniziato un percorso redistributivo con la riduzione della pressione fiscale sul reddito da lavoro. Quanto a sugar e plastic tax, l’obiettivo di riorientare i consumi e la produzione resta. Vogliamo spostare il carico fiscale su condotte più sostenibili, dando tempo alle imprese per adeguarsi”.

Centrodestra ri-unito

Salvini, Meloni e Berlusconi si sono incontrati ad Arcore in vista delle elezioni in Emilia dell’ormai prossimo 21 gennaio. Lì la corsa si fa dura, ma il Centrodestra appare fiducioso e compatto. “Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia  – spiegano in una nota i tre leader – stanno facendo in Parlamento un’opposizione dura e le elezioni regionali del 2020 confermeranno che le sinistre e il Movimento Cinquestelle non godono più della fiducia degli italiani. La coalizione di centrodestra si dice sempre più preoccupata per il liquefarsi della maggioranza di governo, che però propone una manovra disastrosa a base di tasse e manette”.

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