Impeachment, Trump: “Non ho fatto niente di male”

Così su Twitter il presidente Usa, Donald Trump, a poche ore da un voto storico alla Camera sul suo impeachment.

. (Photo by Robyn Beck / AFP)

MILANO – “Potete credere che oggi sarò messo sotto accusa dalla Sinistra Radicale, dai Democratici Fannulloni, E NON HO FATTO NULLA DI SBAGLIATO! Una cosa terribile. Leggete le Trascrizioni. Questo non dovrebbe mai più succedere a un altro presidente. Dite una PREGHIERA!”. Così su Twitter il presidente Usa, Donald Trump, a poche ore da un voto storico alla Camera sul suo impeachment.

La riunione della Camera

La Camera dei rappresentanti, controllata dai democratici, si riunirà a partire dalle 15 ora italiana per un dibattito di almeno sei ore che si concluderà con il voto dei due articoli di messa in stato d’accusa di Trump, cioè abuso di potere e ostruzione del Congresso. Il dibattito sarà diviso in modo equo fra repubblicani e democratici. La Camera, per usare le parole della leader dei democratici al Congresso Nancy Pelosi, eserciterà “uno dei poteri più solenni che le garantisce la Costituzione”. Se le accuse verranno approvate dalla Camera, spetterà poi al Senato organizzare il processo di Donald Trump, probabilmente a gennaio, ma i repubblicani che controllano il Senato hanno già avvertito che il presidente in quella sede verrà assolto.

L’accusa

Trump è accusato nell’ambito del cosiddetto Ucrainagate. Secondo i democratici, lui e alcuni della sua cerchia avrebbero sottoposto a ricatto il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, bloccando degli aiuti militari cruciali per Kiev per spingere l’Ucraina a indagare sul democratico Joe Biden e sul figlio Hunter. Tutto è cominciato con la telefonata del 25 luglio fra Trump e Zelensky, in cui il presidente Usa chiese all’omologo ucraino di indagare sul rivale politico Biden, che sembra essere l’avversario più pericoloso in vista delle presidenziali del 2020. Trump nega che ci sia stato alcun ricatto. In una lettera inviata a Pelosi nelle scorse ore, si è scagliato nuovamente contro gli avversari politici Dem: “Dichiarate guerra aperta contro la democrazia americana”, ha affermato, aggiungendo che “la storia vi giudicherà in modo severo”. Prima di Donald Trump, solo Andrew Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998 sono stati messi in stato d’accusa; il repubblicano Richard Nixon, travolto dal Watergate, aveva preferito dimettersi nel 1974 prima di una destituzione certa. Il tycoon vuole trasformare questa prova in vittoria politica: in un Paese diviso come non mai, pensa di galvanizzare la sua base e, grazie alla riuscita dell’economia Usa, di strappare la rielezione alla Casa Bianca il 3 novembre del 2020. Stasera Trump avrà un meeting di campagna elettorale a Battle Creek, in Michigan, uno degli Stati in cui si giocheranno le presidenziali del 2020.

LaPresse

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