Paragone cacciato dal Movimento. Tra siluramenti e voltagabbana i grillini si indeboliscono fuori e dentro al Palazzo

Si riduce la pattuglia di senatori pentastellati

Gianluigi Paragone (Foto Fabio Cimaglia / LaPresse)

Il no alla legge di bilancio è costata a Gianluigi Paragone l’espulsione dal Movimento 5 Stelle. La decisione del collegio dei probiviri è arrivata ieri sera. Raffaele Andreaola, Jacopo Berti e Fabiana Dadone hanno disposto la ‘cacciata’ del giornalista dalla compagine grillina.

Paragone ha reagito con una frase al veleno: “Sono stato espulso dal nulla. C’era una volta il 33%. Ora…”

L’ex conduttore di La7 aveva anche perferito astenersi nel voto di fiducia al Governo e da diverso tempo si era mostrato molto critico nei confronti delle scelte politiche adottate da Luigi Di Maio.

Il numero della pattuglia di senatori grillina, però, con il siluramento di Paragone si è assottigliata ulteriormente. Non si tratta della prima espulsione: ad avere lo stesso trattamento anche Gregorio De Falco e Saverio De Bonis.

A rendere ancor più complicata la situazione ‘numeri’ sono i passaggi che si stanno registrando da uno schieramento all’altro:

sono già tre i senatori (Ugo Grassi, Stefano Lucidi e Francesco Urraro) che hanno abbracciato la causa leghista.

Tra voltagabbana e purghe il Movimento 5 Stelle si sta indebolendo dentro e soprattutto fuori dal Palazzo

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